Quest’anno ricorrono i 100 anni dalla nascita di Karl Abarth, nato a Vienna il 15 novembre 1908 è stato il più prolifico tuner europeo, con decine di modelli vincitrici in ogni tipo di competizione. La sua maggiore invenzione è stata la speciale «marmitta», la quale consentiva di cambiare carattere ad ogni Fiat 500 o 600 e ad ogni ragazzo di sentirsi pilota al volante della sua utilitaria
A Carlo Abarth e alle sue fantastiche creature, il pilota svizzero Engelbert Möll ha voluto dedicare uno spazio al Retromobile di Parigi, esponendo una ventina di modelli appartenenti alla sua collezione. Alcuni di questi pilotati da lui stesso prima del drammatico incidente che lo ha costretto a cambiare le sue ambizioni di pilota, ma non a rinunciare al piacere di essere l’artefice di una collezione di modelli Abarth unica al mondo.
Chi era Carlo Abarth
Come per molti giovani, la passione per i motori di Karl Abarth risale alla sua adolescenza e nel 1928 in seguito ad una casuale assenza di un pilota della scuderia Motor Thun di Vienna, gli viene affidata una motocicletta con la quale ottiene il miglior tempo nelle prove libere e nelle qualifiche. Purtroppo un guasto meccanico va a compromettere la gara, ma la strada nelle corse è aperta e nello stesso anno ottiene la sua prima vittoria sul circuito di Salisburgo con una Grindlay-Peerless. Un grave incidente nel 1930 durante la Vienna-Innsbruck lo tiene lontano dalle corse per 2 anni, ma già nel 1933 conquista a Monaco il «Casco d’Oro» con un sidecar di sua costruzione. Con i venti di guerra della fine degli anni ’30, si naturalizza italiano e Carlo Abarth continua a gareggiare nell’allora Yugoslavia con il suo sidecar, ma dopo un altro incidente a Ljubljana deve dire addio alle corse. Nel 1946 Carlo Abarth rientra in Italia e si trasferisce a Merano dal suo anziano padre.
Nel 1948, non molto lontano, a Gmund in Austria, Ferry Porsche inizia a produrre la sua prima automobile: la 356, ne costruirà 52 e Ferry si accorda con Carlo Abarth affinché rappresenti in Italia il suo Marchio. Insieme all’ingegnere Rudolf Hruska, uno tra i principali collaboratori di Ferry Porsche, conclude l’accordo tra Porsche e Piero Dusio, fondatore della Cisitalia, per realizzare una monoposto a motore centrale: la 360. Purtroppo nel 1949 la Cisitalia fallisce e Carlo Abarth viene liquidato con 5 Cisitalia 204 che provvede subito a modificare per partecipare alle corse. Con il neonato modello 205 marchiato Abarth e guidato da Guido Scagliarini, vince subito la Coppa Intereuropea all’autodromo di Monza il 26 marzo 1950.
Chi è Engelbert Möll
Negli anni ’60 il pilota svizzero Engelbert Möll correva con il team Abarth e il 28 luglio 1963 era pronto insieme la belga Teddy Pilette e al tedesco Hans Herrmann per iniziare le prove sull’allora famoso circuito – Solitude – nei pressi di Stoccarda, utilizzato fino al 1965 sia per gare di moto che di auto. Purtroppo però le Abarth Simca 1300 tardarono ad arrivare e riuscì ad accedere solo all’ultima sessione di prove. Nel breve briefing da parte dell’allora direttore sportivo e pilota Abarth Pascal Ickx, fratello maggiore del più famoso Jacky, venne semplicemente detto: “Questa vettura ha il nuovo cambio a 6 marce e la retromarcia è davanti a sinistra” .Con queste scarne informazioni si mettono al volante per il giro di prova. Con il pilota belga aveva già corso alla 12 Ore del Nürburgring, però con quella vettura era la prima volta.
Dopo 2 giri Engelbert Möll rientra ai box lamentandosi di un eccessivo sovrasterzo della vettura, ma i meccanici lo rassicurano: “E’ normale, abbiamo montato un nuovo differenziale a slittamento limitato.” Möll riparte mantenendosi a soli 4 decimi dal più esperto Herrmann, ma in fondo al rettilineo che affronta a 200 all’ora non riesce a tenere la vettura nella impegnativa curva Frauenkreuz. L’Abarth Simca 1300 va a sbattere contro un muretto, si spezza in due e va a finire nella boscaglia. Möll viene espulso dall’abitacolo e rimane seriamente ferito. Per diverse settimane rimane ricoverato al Marienhospital di Stoccarda, per poi iniziare una lunga riabilitazione in Austria. Dopo 1 anno e mezzo il medico gli dice: “Se vuoi puoi tornare a correre, ma solo con il cambio automatico”. Riprende allora con le auto americane, la sua preferita è una Pontiac GTO, ma non gli da il gusto delle Abarth.
Nel 1972, trova casualmente una Fiat Abarth Bialbero in rovina e di colpo rinasce il suo amore per lo Scorpione e negli ultimi 40 anni Engelbert Möll ha raccolto tutto ciò che ha 4 ruote con il marchio Abarth, creando una collezione unica al mondo.
[ Paolo Pauletta ]