A decretare il successo di questa formula di mobilità urbana, che consiste nel noleggio di auto condivise, sono innanzitutto vantaggi economici: si paga, in sintesi, solo l’utilizzo effettivo dell’auto senza i costi fissi
Diffuso soprattutto nelle città più grandi, il car sharing – ossia la cosiddetta «auto condivisa» – è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede anche in Italia, sia per ragioni economiche, connesse ai costi di gestione di un veicolo di proprietà e a quelli di parcheggio, che per motivi pratici e ambientali. Vediamo dunque cosa è cambiato negli ultimi anni e quali possono essere le prospettive per il futuro.
Come funziona il car sharing
Il car sharing è una forma di mobilità urbana che si basa sull’uso a noleggio di auto condivise, pagando soltanto il tempo effettivo di utilizzo del veicolo. In un contesto di costi sempre maggiori per ciò che riguarda assicurazione, bollo, carburante e manutenzioni, oltre che di problematiche di natura ambientale sempre più stringenti, la formula del car sharing rappresenta un sistema di mobilità ottimale, in particolare per chi non utilizza l’auto tutti i giorni ma necessita di un mezzo sempre a disposizione per gli spostamenti occasionali.
Il car sharing non va confuso con altre formule innovative, come il car pooling, in cui si condivide un’auto privata per la ripartizione dei costi del viaggio, come accade per esempio con Blablacar, o il ride sharing, un sistema simile a quello dei classici taxi, in cui un privato mette a disposizione la propria auto per dare un passaggio a terzi dietro compenso (vedi Uber).
Car sharing, dati in continua crescita
Negli ultimi anni il car sharing ha conosciuto livelli di crescita sempre maggiori, con dati che nel 2018, come rilevato da Aniasa, hanno visto quasi 1,8 milioni di iscritti al servizio e oltre 6mila veicoli circolanti, per un totale di km annui percorsi pari a 81 milioni. Se fino al 2017, però, la crescita del settore è stata legata all’aumento dei clienti attivi, in realtà l’ultimo anno ha mostrato un calo da questo punto di vista a fronte, però, di un intensificarsi del servizio, con quasi 12 milioni di noleggi rispetto ai 7 milioni del 2017.
Anche per il prossimo triennio le stime parlano di un aumento del numero di noleggi, che dovrebbe oscillare, secondo il Centro Studi Fleet&Mobility, tra il 20 e il 40% all’anno.
Vantaggi del car sharing: perché l’auto condivisa è così amata
Sebbene si tratti di un servizio ancora limitato a poche grandi città, il car sharing si sta rivelando particolarmente apprezzato anche in Italia, soprattutto in quei contesti in cui la mobilità su strada ha raggiunto livelli di criticità molto alti. I vantaggi più evidenti legati all’utilizzo di un’auto condivisa sono sicuramente quelli economici: il fatto di poter pagare il solo utilizzo effettivo dell’auto permette praticamente di azzerare tutti i costi fissi e di carburante a cui siamo ormai abituati, il che rappresenta una rivoluzione soprattutto per coloro che non percorrono molti km, non guidano quotidianamente oppure dispongono di seconde e terze auto chiuse in garage e prese solo sporadicamente.
L’impatto del car sharing è forte anche dal punto di vista sociale e dell’ormai consolidata idea di dover necessariamente essere proprietari di almeno un’auto, intesa non solo come mezzo di trasporto ma anche come status symbol. Il fatto che il car sharing stia diventando un fenomeno di tendenza potrebbe addirittura sovvertire questa abitudine portando, con l’aumento del numero di utilizzatori giornalieri, a maggiori ricavi per i fornitori del servizio e dunque al miglioramento della capillarità e del livello del servizio stesso.
Quando si parla di car sharing non sono infine da sottovalutare le motivazioni ambientali che si celano dietro questa scelta: la possibilità di ridurre il numero di veicoli circolanti (e fermi) in città, usufruendo di mezzi a disposizione di tutti solo nei casi di necessità, rappresenta un’ottima soluzione per la riduzione del traffico e dell’inquinamento. Non solo, molte società che gestiscono sistemi di car sharing puntano fortemente su veicoli moderni e ad alta efficienza, come quelli elettrici o alimentati con carburanti speciali a basso impatto ambientale, il che permette di abbattere sensibilmente le emissioni di CO2, specie nelle aree più congestionate. Insomma, si tratta di un’opzione da non sottovalutare e da aggiungere, assieme alla riduzione della plastica e al corretto smaltimento dei rifiuti, alle buone pratiche da seguire per il benessere del nostro pianeta, così come sottolineato anche in occasione della Giornata della Terra.
Principali tipologie di car sharing
Le tipologie di car sharing attualmente disponibili sono due: station based e free floating. La prima si basa sulla presenza di apposite piattaforme di prelievo e riconsegna dell’auto; qui il veicolo può essere prenotato anche in anticipo e pagato con una tariffa chilometrica od oraria.
Il free floating (flusso libero) non prevede invece piattaforme fisse, ma permette di noleggiare e riconsegnare il veicolo in qualunque luogo all’interno del perimetro urbano. La prenotazione anticipata, in questo caso, non è possibile e l’auto deve essere prelevata nel luogo in cui è stata riconsegnata dall’ultimo utilizzatore. Prenotabili quasi sempre tramite app in tempo reale, le auto in free floating prevedono una tariffa oraria che, superata una certa soglia, può diventare chilometrica.
[ Redazione Motori360 ]