Il calo delle vendite di Audi a livello globale del -2,4% ha imposto alla Casa dei 4 anelli di attuare importanti cambiamenti manageriali nei punti chiave dell’azienda, nell’intento di riprendersi il posto di leader mondiale di auto di lusso, attualmente in mano a Mercedes-Benz e BMW
Il podio come premium brand a livello mondiale è un target molto prestigioso per una Casa automobilistica. Purtroppo per il 2018 Audi ha dovuto cedere lo scettro alle sue concorrenti Mercedes-Benz e BMW. Rispetto al trend positivo riscontrato in Italia, nei primi 11 mesi del 2018 le vendite Audi in Europa sono diminuite del -13% e a livello globale del -2,4% con 1,65 milioni di veicoli. Forte sorpasso da parte di Mercedes-Benz con 2,1 milioni di veicoli venduti, pari al +0,4% su base annua e di BMW con 1,92 milioni di veicoli, pari ad un incremento del +1,8%.
La danza delle poltrone
Già a luglio 2018 il Supervisory Board di Volkswagen Group aveva dichiarato di aver assunto il direttore acquisti di BMW Markus Duesmann per un ruolo primario nel Consiglio di amministrazione del Gruppo (CEO Audi?). Poter contare su uno tra i dirigenti più esperti del settore automobilistico con una vasta conoscenza in diverse aree del settore poteva essere un bel colpo per il Gruppo tedesco, purtroppo però BMW AG si è opposta al trasferimento sulla base di una clausola contrattuale di non concorrenza che scade nel 2020.
Di poche ore fa invece la notizia che dal 1° luglio 2019, Hildegard Wortmann, ex capo del marchio e della gestione prodotto di BMW, andrà a rafforzare e in parte a rinnovare, il team dirigenziale del CEO Audi, Bram Shot, dopo il coinvolgimento e la perdita di alcuni dirigenti nello scandalo Dieselgate. La Wortmann, considerata tra le donne più importanti nel panorama automobilistico mondiale, era in BMW da quasi 20 anni e oltre ad aver ricoperto diversi ruoli di gestione del prodotto, aveva anche supervisionato il rilancio della Mini nel 2001.
Questo cambio di casacca da parte della Wortmann è dovuto probabilmente alla delusione per non essere stata assegnata al posto dell’ex responsabile vendite globali di BMW Group Ian Robertson, andato in pensione a maggio 2018. Posto invece assegnato dal 1° gennaio 2019 all’outsider Pieter Nota proveniente dal marketing Philips, limitando il ruolo della Wortmann a capo di BMW per la regione Asia-Pacifico esclusa la Cina.
Che in BMW non tiri una buona aria lo conferma il ritorno in Audi di Sven Schuwirth che dopo 19 anni in Audi era passato in BMW a maggio 2018, ma dopo soli 5 mesi, probabilmente convinto da un lucroso contratto pluriennale, è tornato in Audi come responsabile globale della divisione Digital Business e Customer Experience.
Personaggio jolly in questo cambio di poltrone è l’ex dirigente Daimler, Jens Thiemer, che come ultimo arrivato in BMW, dopo aver preso il posto di Schuwirth, è stato mandato a ricoprire il posto lasciato vacante dalla Wortmann.
Per primeggiare nella guida autonoma
BMW da parte sua non ha perso tempo ed ha convinto il capo della sezione guida autonoma di Audi Alejandro Vukotich ad assumere dal 1° gennaio 2019 il ruolo di Responsabile del reparto di Sviluppo e Assistenza alla guida autonoma a Monaco in seguito al pensionamento di Elamar Frickestein che gestiva l’unità fin dalla sua creazione a maggio 2016.
Alejandro Vukotich ha quasi 20 anni di esperienza nel campo della sicurezza attiva, assistenza alla guida e guida autonoma, da gennaio 2017 a marzo 2018 era a capo dello sviluppo della guida autonoma di Audi.
Ora nel campus BMW per la guida autonoma di Unterschleissheim nei pressi di Monaco, Vukotich continuerà lo sviluppo dei Level 2, 3, 4 e 5; il prossimo modello che sarà lanciato nel 2021 è l’iNext con un sistema di guida autonoma Level 3.
[ Paolo Pauletta ]