È appena entrato in vigore, su alcune strade montane soggette a nevicate e in alcune regioni, l’obbligo di dotarsi di gomme idonee che dal 15 Novembre scatterà su tutto il territorio nazionale. Compie intanto 10 anni il consorzio per lo smaltimento delle gomme usurate: vediamo come funziona, e a cosa serve
Anche se l’obbligo vero e proprio di circolare, su molte strade e autostrade italiane, con gomme invernali (o «quattro stagioni») o provvisti di equipaggiamento adeguato (catene o «calze») scatterà dal 15 novembre fino al 15 aprile 2023, in alcune regioni come la Valle d’Aosta, e su determinate arterie montane, questa disposizione è già vigente da sabato 15 ottobre, e potrà estendersi fino al 15 Maggio. È comunque possibile già dal 15 ottobre montare gli pneumatici invernali, altrimenti sconsigliati nell’impiego durante la stagione estiva. vera e propria Su molte strade e autostrade italiane, vige l’obbligo di circolare con equipaggiamento idoneo durante la stagione invernale che il legislatore individua nel periodo compreso tra il 15 novembre e il 15 aprile, nel quale da diversi anni è indispensabile – ove prescritto, ovvero in due terzi delle province italiane, e in quasi tutte le strade statali e autostrade – circolare con catene a bordo, o con gli pneumatici invernali montati.
In alcune regioni come la Valle d’Aosta o su alcuni tratti montani particolarmente soggetti a nevicate, l’obbligo entra però già in vigore dal 15 ottobre e si può estendere fino al 15 maggio.
In ogni caso, proprio per consentire a tutti gli automobilisti di mettersi in regola per tempo, il montaggio di pneumatici invernali è consentito già a partire dal 15 ottobre.
Ma cosa si deve fare, in pratica, per affrontare al meglio le strade bagnate, sdrucciolevoli, brinate o innevate? La soluzione preferibile, e più efficace, è quella di montare le gomme invernali organizzando per tempo il cambio gomme dal rivenditore specialista, informandosi circa l’eventuale obbligo vigente sul territorio per non incorrere in sanzioni, ma soprattutto per viaggiare sicuri, senza mettere a repentaglio la propria e l’altrui sicurezza, quando le condizioni dell’asfalto richiedono maggior prudenza al volante e la temperatura cala in modo consistente. Ci sono dei dati che parlano da soli: dotare il veicolo di pneumatici invernali correttamente gonfiati significa diminuire lo spazio di frenata fino al 15% su fondo bagnato e, in presenza di neve al suolo, addirittura fino al 50%.
E anche se questo autunno si presenta, tutto sommato, per ora alquanto mite, non è il caso di rallentare la programmazione del cambio stagionale. Il Generale Inverno arriverà: arriverà presto, e molto probabilmente senza avvisare. Sarà quindi una cosa saggia farsi trovare pronti: nell’interesse di tutti, come del proprio, ma soprattutto per evitare la calca sui punti vendita che, per inevitabile consuetudine, si verificherà a metà novembre.
Attenzione: gli pneumatici non sono tutti uguali
Ripassiamo alcuni concetti chiave: gli pneumatici invernali consentono la mobilità in sicurezza per tutto l’inverno, senza dover montare dispositivi supplementari di aderenza. E i modelli di ultima generazione, quelli con il pittogramma alpino, forniscono prestazioni superiori in aderenza, motricità, frenata nelle condizioni più critiche. Il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibili (MIMS), ne raccomanda l’installazione su entrambi gli assi del veicolo (quindi non solo su quello motrice) al fine di conseguire condizioni uniformi di aderenza su fondo stradale.
La costruzione delle gomme, e quindi le loro prestazioni, possono diversificarsi estremamente da modello a modello. In soccorso al consumatore c’è la «Nuova Etichettatura Energetica», di recente modificata e integrata da nuove informazioni tecniche. Una di esse si riferisce proprio agli pneumatici invernali, ed è rappresentata dal simbolo 3PMSF meglio noto come «pittogramma alpino», ovvero un simbolo che riporta una montagna stilizzata a tre picchi con all’interno un fiocco di neve.
Il pneumatico che riporta sul fianco questo simbolo ha superato uno specifico test di omologazione su strada innevata, che ne ha attestato le caratteristiche superiori su neve, rispetto alle gomme che di tale simbolo sono sprovviste.
In questi ultimi anni è cresciuta molto la categoria merceologica dei pneumatici «all season», «4 stagioni», «all weather», «multi stagionali». Si tratta di definizioni commerciali a cui ciascun Costruttore attribuisce contenuti tecnici specifici. Se questi pneumatici hanno la marcatura M+S o meglio ancora il pittogramma alpino, hanno caratteristiche di idoneità per la marcia in inverno e in particolare su neve. Pertanto, in presenza di Ordinanze che limitano la circolazione, scaricabili dal sito www.pneumaticisottocontrollo.it in un’apposita sezione per verificare le strade coinvolte da tale obbligo, con questi pneumatici è consentita la circolazione. Prima di mettersi in viaggio è sempre buona regola consultare anche i siti ufficiali delle Autorità competenti.
Anche le gomme usurate hanno un valore
L’adozione generalizzata dell’obbligo delle gomme invernali, o di soluzioni idonee a garantire adeguata motricità, ha portato a una crescita del volume degli pneumatici dismessi, o non più idonei. Per gestire i PFU (Pneumatici Fuori Uso) è stato istituito un apposito Comitato, che proprio lo scorso 13 Ottobre ha celebrato i primi dieci anni di vita, testimoniando – come ha ricordato il Presidente Vincenzo Pensa – una fattiva sinergia tra impresa, consumatori e Pubblica Amministrazione, indirizzata verso la creazione di “un nuovo valore per l’economia e la mobilità circolare”.
Pochi sono al corrente che, ogni anno, decine di migliaia di tonnellate di pneumatici vengono trasformate in asfalti, sottofondi stradali, pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti per edilizia e arredo urbano, con il coinvolgimento di più di 11.000 operatori economici.
“Ogni anno – ha ricordato Pensa – il sistema di gestione degli PFU da veicoli fine vita avvia a recupero di materia decine di migliaia di tonnellate (più di 34mila nel solo 2021) di pneumatici smontati da veicoli demoliti, coinvolgendo – direttamente o indirettamente – più di 11.000 operatori economici, tra rivenditori di veicoli, demolitori, operatori abilitati al servizio di raccolta e gestione degli PFU e rispettive filiere. Tra 2013 e 2021, la scelta del riciclo, ha consentito, inoltre, minori emissioni nell’atmosfera di oltre 512.000 tonnellate di CO₂, attraverso un sistema che si autofinanzia interamente tramite un contributo di modesta entità (7 euro, nel 2022) a carico di chi acquista un veicolo nuovo”.
[ Alessandro Ferri ]