Ritorno all’essenziale per contenere peso e costi, ma personalità e stile sono assicurati
In un hangar dello storico aeroporto parigino di Le Bourget, il 5 febbraio alla presenza di 5.000 persone tra giornalisti e invitati, Citroën ha presentato la Cactus.
Manca solo un mese al Salone di Ginevra, ma la Casa francese ha preferito dedicare un evento esclusivo per attirare maggiormente l’attenzione sulla sua ultima creazione.
Come ha affermato il Direttore Generale di Citroën Frédéric Banzet, si tratta di un veicolo molto importante per la Casa del double chevron ed ha aggiunto: “La Cactus incarna il nuovo orientamento stilistico della gamma “C” (C1, C3, C4, ecc.). Non si tratta di una vettura low cost, ma di un modo più abbordabile e senza fronzoli di produrre automobili. Questa filosofia costituirà l’offerta entry level del gruppo PSA Peugeot-Citroën. Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo dovuto fare delle scelte, forse impopolari, ma ridurre di 200 kg il peso rispetto alla C4, vuol dire abbassare i consumi ed i costi di produzione e conseguentemente anche il prezzo di vendita”.
I particolari che hanno peso…
Con il detto “Light is right” (leggero è meglio) anche Colin Chapman era di questa idea, ma probabilmente per altri motivi.
Questa riduzione di peso non è stata raggiunta alleggerendo la struttura della vettura, ma alleggerendo o eliminando alcune dotazioni. Per esempio la C4 Cactus adotta lo stesso pianale modulare PF1 della Peugeot 2008 e non l’EMP2 della C4 Picasso, per una lunghezza di 4.160 mm, una via di mezzo tra la C3 Picasso (4.100 mm) e la C4 berlina (4.330 mm).
Tra le altre soluzioni per il contenimento del peso, il sedile posteriore non ribaltabile 1/3-2/3, ma con lo schienale unico, in tal modo si riducono 6 kg tra leveraggi e materiale vario. Anche i finestrini dei vetri posteriori, non si abbassano in modo elettrico, ma si aprono a compasso (-11 kg), in tal modo si guadagna anche dello spazio nelle portiere per riporre degli oggetti.
Innovazione anche per quanto riguarda la pulizia del parabrezza, con un nuovo sistema realizzato da Valeo che spruzza il liquido direttamente dai tergicristalli anziché essere spruzzato sul parabrezza. Come ha detto Anne Ruthmann, Capo progetto C4 Cactus, “questo sistema consente ottimizzare il consumo di liquido necessario per pulire il parabrezza e di conseguenza abbiamo potuto ridurre le dimensioni del serbatoio con un risparmio di 4 kg.“
Altro peso si è ridotto su alcuni particolari meccanici, come per esempio il cambio, sempre automatico ma molto semplificato, con sole 3 opzioni selezionabili con altrettanti pulsanti posizionati sulla consolle centrale: “D” (drive/avanti), “R” (rear/indietro), “N” (neutral/folle). Alla fine il peso finale della C4 Cactus si è attestato a 965 kg compreso il propulsore da 1.200 cc, contro i 1.200 kg della C4 berlina.
La C4 Cactus è disponibile con i motori a benzina a 3 cilindri 1,2 litri VTi da 82 cv o THP da 110 cv, in alternativa con il diesel 1,6 litri HDi da 92 cv. A breve verrà introdotta anche la versione BlueHDi, sempre da 1,6 litri, ma con 100 cv e consumi di 3,1 l/100 km e emissioni di soli 82 g/km.
Esteticamente riprende alcuni particolari degli altri modelli della gamma C4, per esempio i gruppi ottici anteriori su due livelli, tipo C4 Picasso, e il montante posteriore che ricorda quello della C4 Aircross, ma anche i gruppi ottici posteriori ripresi dalla C3. Se queste sono le somiglianze, gli elementi più appariscenti sono senz’altro gli Airbump, particolari protezioni con lo spessore di 2 cm e riempite d’aria applicate sulle fiancate, ma anche sotto i gruppi ottici posteriori e anteriori, per proteggere la carrozzeria dai piccoli “contatti” urbani. Questi elementi sono disponibili in 4 colori (nero, grigio, beige e marrone), abbinabili a piacere con i 10 colori della carrozzeria.
La C4 Cactus sarà prodotta dal prossimo 28 aprile nello stabilimento spagnolo di Madrid sulla linea che fu della 207 CC e le vendite inizieranno a giugno. Il prezzo sarà probabilmente comunicato al Salone di Ginevra ma dovrebbe partire al di sotto dei 15.000 euro.
Paolo Pauletta