In occasione della Monterey Car Week, debutta al «The Quail Gathering» la «Centodieci», uno dei rari esemplari realizzati nel 2019 per commemorare la Casa francese fondata da Ettore Bugatti nel 1909. Solo 20 esemplari con lo stesso W16 da 8 litri dalla Chiron, ma con 100 cavalli in più (1.600 in totale) per essere la Bugatti più potente mai realizzata
Il 2019 è un anno importante per la Casa francese, perché ricorre l’anniversario della sua fondazione avvenuta nel 1909. Il primo evento importante per presentare i suoi gioielli è stato il Salone di Ginevra lo scorso mese di marzo, dove Bugatti ha esposto due modelli derivati dalla hypercar Chiron, la «Divo», che aveva debuttato in anteprima mondiale alla Monterey Car Week 2018, solo 40 esemplari in ricordo del pilota francese Albert Divo che con una Bugatti T35 aveva vinto la Targa Florio nel 1928 e 1929; la «Sport 110», solo 20 esemplari con i colori francesi per ricordare i 110 anni Bugatti e la «Voiture Noire», omaggio alla Bugatti 57 SC Atlantic del 1936 di Jean Bugatti, un esemplare unico ancora senza motore, o meglio, con un motore elettrico per i piccoli spostamenti durante le esposizioni, il cui prezzo è di 19 milioni di dollari, il più alto per una Bugatti (già venduta).
Il doppio significato del numero Centodieci
Il Monterey Car Week è l’evento più importante per ogni appassionato di automobili e la «The Quail Gathering» è una vetrina esclusiva riservata ai gioielli più preziosi ed è in questa location che Stephan Winkelmann, attuale CEO di Bugatti, ha portato l’ultima creazione del marchio, la «Centodieci». Un numero che ricorda l’anniversario della fondazione della Casa francese, ma anche un modello che aveva sancito la sua rinascita quando la società era di proprietà di Romano Artioli: la EB110 del 1991.
Ed è proprio a questo modello che Achim Anscheidt, Responsabile del design Bugatti, si è ispirato e ha voluto esporre le difficoltà per realizzare il modello: “La sfida non era quella di lasciarsi affascinare troppo dal design del veicolo storico, ma piuttosto di creare una moderna interpretazione della forma e della tecnologia di quel tempo. Trasferire quel look classico nel nuovo millennio senza copiarlo è stato tecnicamente molto complesso”.
Particolari che ricordano la EB110
La parte anteriore richiama la forma a cuneo della EB110, ma con linee più spigolose e più tese rispetto alla Chiron, con uno splitter a tutta larghezza e prese d’aria ridisegnate. I gruppi ottici di tipo Led sono sottili e al centro della calandra il classico ferro di cavallo, simbolo del marchio, ma necessariamente più piccolo per adattarsi al frontale ribassato.
La parte posteriore è molto diversa rispetto alla EB110, salvo alcuni particolari ripresi dalla EB110 SS, come le 5 prese d’aria rotonde dietro le porte per convogliare l’aria al motore e l’alettone fisso. Altre prese d’aria sono state realizzate per consentire al poderoso propulsore a 16 cilindri di respirare a sufficienza, mentre nella parte inferiore un diffusore di grandi dimensioni oltre ad espellere l’aria contribuisce a ottimizzare l’aerodinamica.
Un hyper motore per una hypercar
Il propulsore è il W16 da 8 litri quadri-turbo della Chiron ma con 100 cavalli in più; ben 1.600 complessivi che, grazie anche a un peso inferiore di circa 40 kg e un’aerodinamica migliorata, consentono prestazioni «aeronautiche»: 0-100 km/h in 2,4 secondi, 0-200 km/h in 6,1 secondi, 0-300 km/h in 13,1 secondi e velocità massima limitata elettronicamente a 380 km/h.
Solo 10 esemplari già sold out
Il Responsabile dello Sviluppo Bugatti, nonché del progetto Divo, Pierre Rommelfanger, ha dichiarato che della «Centodieci» saranno prodotti solo 10 esemplari, peraltro già tutti venduti a 8,9 milioni di dollari, e che le prime consegne inizieranno nel 2022. Questi tempi di consegna sono dovuti al fatto che Bugatti deve produrre anche altri modelli, alcuni in Limited Edition già venduti, oltre ad una previsione di vendita di circa 500 Chiron «normali».
[ Paolo Pauletta ]