Il gruppo Tomasi Auto ha inaugurato la nuova sede di Roma, situata presso l’uscita 33 del GRA. L’evento ha offerto l’occasione per fare il punto sulla direzione che sta prendendo il mercato delle quattroruote, e sul divario di vendite tra nuovo e usato
La giornata ha preso il via con l’intervento del CEO Franco Tomasi. In occasione dell’apertura della nuova sede romana, Tomasi ha tenuto ad analizzare la situazione attuale del mercato automotive che, con le tendenze attuali fortemente indirizzate dal Green Deal e da un elettrico che non convince abbastanza, sta registrando un crollo sempre più repentino delle vendite dei marchi italiani.
I numeri registrati dal Gruppo nel 2024 sono, invece, di tutt’altra portata: con 17.500 veicoli venduti e un fatturato di oltre 296 milioni di euro Tomasi conferma il consolidamento del Gruppo nel panorama della distribuzione indipendente multimarca, rafforzando il suo ruolo di riferimento nel mercato automotive italiano.
Analisi del mercato
Il 2019, ricordato da molti come l’anno «vigilia» della pandemia del Covid19, in realtà passerà agli Annales anche come l’anno di inizio del declino del mercato automotive.
Proprio l’11 dicembre di quell’anno, ci ricorda Franco Tomasi, veniva approvato dall’Unione Europea il blasonato «Green Deal», conosciuto da tutti come il piano ecologico mirato ad azzerare le emissioni di CO2.
Questa transizione ecologica, ora più forzata che mai, chiaramente andò ad intaccare pesantemente il mercato delle quattroruote, con i Costruttori di tutto il mondo che si trovarono a dover riprogettare o quantomeno affrettare la rivoluzione sulla propria gamma di modelli «green».
Da quel momento, in cui tutto è cambiato irreversibilmente, il mercato – nello specifico quello italiano – ha subito un crollo delle vendite che nel 2024 ha toccato un punto quasi di non ritorno.
Rispetto agli anni d’oro in cui le vendite erano alle stelle e marchi italiani come Fiat, Alfa Romeo e Lancia rappresentavano una potenza mondiale, ad oggi rimane solo un dato sconvolgente che segna il 75% in meno della produzione.
Che succede?
Tomasi e la sua équipe vengono a capo del problema individuando principalmente due problematiche:
- Un elettrico «poco avanzato» e un Paese ancora non predisposto alla transizione ecologica.
- L’entrata a gamba tesa di nuovi brand cinesi capaci di generare concorrenza e guadagnarsi un’importante fetta di mercato sulle immatricolazioni annue.
Un elettrico poco avanzato
Quando si parla di elettrico, poco avanzato può rappresentare il termine più appropriato. Autonomie ridotte, costi piuttosto elevati e modelli non sempre apprezzati dal mercato. Queste fondamentalmente rappresentano le problematiche che hanno dato modo a brand cinesi come MG, Forthing, Lync & co e molti altri di assicurarsi un’importante fetta di mercato.
I suddetti brand asiatici, con la loro gamma di modelli indirizzata nello specifico al mercato italiano, hanno saputo assecondare la domanda dei futuri acquirenti proponendo modelli che hanno saputo spostare con decisione alcuni equilibri.
Franco Tomasi (foto a sx) le descrive come vetture con un ottimo rapporto qualità prezzo, seguito da un’ampia scelta di motorizzazioni che lasciano campo aperto a ibrido, benzina, diesel o elettrico, ma soprattutto – fondamentale secondo loro – la capacità di proporre al mercato un prodotto compreso in una fascia di prezzo bassa che manca decisamente da tempo. Proprio per questa ragione Tomasi, che già dapprima disponeva di una vastissima gamma di brand, ha deciso di inserire nei propri showroom alcuni di questi. Il tutto nasce nel 2021 in seguito ad un accordo raggiunto con TC8 – importatore per eccellenza di vetture cinesi – che ancora oggi a distanza di anni garantisce un’interessante gamma di veicoli presente in tutti gli showroom del gruppo Tomasi.
E l’usato, come va?
Niente male, verrebbe da rispondere. L’analisi conseguita dal CEO Franco Tomasi ci ha rivelato una situazione secondo cui l’usato è decisamente molto richiesto dai compratori e, impensabilmente, la svalutazione di tali modelli sembra andare a scemare sempre di più.
Dunque, quello del mercato di seconda mano sembra ancora un ottimo scenario su cui puntare, motivo per cui Tomasi Auto – guidata dal Presidente Giancarlo Tomasi e dal già citato Franco Tomasi – ha investito più che mai sulla «rigenerazione» di Veicoli usati o seminuovi.
Questo progetto ha una parola chiave: «Centro Ripristino». È dunque con soddisfazione che Tomasi Auto presenta il suo Centro Ripristino, un’oasi in cui modelli di seconda mano vengono rigenerati un po’come avviene con i cellulari.
Meccanica, carrozzeria e interni tornano al pari del nuovo, con l’unico fine di presentare al cliente il miglior veicolo possibile.
Possono sembrare quasi «fantascienza» i 296 milioni di fatturato tra vetture nuove e usate ma con un lavoro del genere alle spalle sono tutti giustificati. Tomasi Auto, nelle sedi di Guidizzolo (MN), Verona, Milano e Roma, presenta 30 brand e oltre 350 modelli.
Con un più di 4.000 veicoli sempre disponibili in pronta consegna e un’ampia selezione che comprende praticamente tutti i marchi e modelli, il Gruppo continua dunque a rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più vasto, offrendo soluzioni di mobilità per ogni necessità: dalle city-car ai SUV di lusso, passando per sportive e auto familiari.
[ Cristiano Fortini ]
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