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ACI: «Nuovi Strumenti di guida – Nuove responsabilità»

Su questo tema si è svolto il Convegno organizzato a Ferrara dalla Direzione Compartimentale ACI Nord-Est, al fine di evidenziare gli aspetti giuridici, etici, assicurativi e filosofici della «guida autonoma» nelle automobili

L’evoluzione tecnologica apporta quotidianamente dei cambiamenti nelle nostre vite, facilitandoci nelle nostre attività quotidiane, sia nel lavoro, che in casa e nel tempo libero.

Inevitabilmente la tecnologia è entrata anche nelle automobili, con dotazioni mirate soprattutto ad incrementare la sicurezza di guida. Alcune di queste fino pochi anni fa erano presenti solo sulle automobili di alta gamma, oppure disponibili a richiesta come costosi optional. Oggi sono di serie e obbligatorie per legge su tutte le vetture di nuova produzione, vedi l’ABS per il controllo della frenata e l’ESP per il controllo della stabilità.

A queste si sono aggiunte altre che utilizzano radar, sensori e telecamere per mantenere la vettura nella carreggiata senza che il guidatore debba agire sul volante, ma anche per anticipare la frenata ed evitare incidenti. Altri sistemi interagiscono con il GPS per segnalare alla centralina di bordo il tipo e le condizioni della strada che si sta andando a percorrere in modo da adeguare la velocità e regolare le sospensioni. Con un gioco di parole si può dire che «il guidatore guida sempre meno» e la guida autonoma e in prospettiva l’auto connessa, faranno parte della normale mobilità.

Cambiano i tempi, cambiano le auto

Il piacere di guidare, di essere noi al volante a prendere le decisioni, farà parte del passato, di un tempo nel quale le automobili erano poche e il traffico scarso, quando al volante ci si poteva anche divertire. Nel futuro non ci sarà più divertimento, l’automobile, che forse non si chiamerà neanche più così, sarà solo un involucro che ognuno prenderà per andare da un posto all’altro indicando al computer di bordo la nostra destinazione. 

Un’evoluzione tecnologica epocale che non coinvolgerà solo il veicolo in se stesso, ma anche le norme del Codice della Strada, gli aspetti giuridici e assicurativi, senza trascurare l’impatto emotivo e mentale che l’individuo dovrà affrontare per adeguarsi a questo cambiamento.

Questi sono stati i temi affrontati dai relatori nell’incontro «Nuovi Strumenti di guida – Nuove responsabilità» che ACI Nord-Est ha organizzato a Ferrara nella splendida cornice del Castello degli Estensi. Un incontro dalle mille sfaccettature con mille domande le quali non hanno ancora risposta, tra queste: – In caso di incidente chi sarà il responsabile ai fini assicurativi, civili e penali? Il proprietario del veicolo, il guidatore o chi ha sviluppato il computer che ha causato l’incidente o quantomeno che non ha saputo prevenirlo? E ancora: l’intelligenza artificiale saprà scegliere cosa fare in caso di inevitabile incidente per subire un danno minore?

Le considerazioni degli esperti

Dopo il breve discorso di apertura da parte della direttrice compartimentale di ACI Nord-Est e promotrice dell’evento Donata Malpignano e il saluto da parte del Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, i professori Alessandro Bernardi e Donato Castronuovo, docenti di Diritto penale presso l’Università di Ferrara hanno affrontato le problematiche relative alla responsabilità civile in caso di incidente con una vettura a «guida autonoma» avvalendosi delle attuali leggi.

Stesso argomento affrontato da Giampiero Mosca, A.D. di Aon Re Trust Broker Srl, il quale ha voluto sottolineare come le Compagnie di assicurazione si sono già trovate nella condizione di creare specifiche coperture assicurative per le nuove categorie di utilizzo dell’automobile, come il car sharing e il car pooling, confermando che quanto prima saranno pronte anche per le auto a guida autonoma. Pur riconoscendo fin d’ora che non sarà semplice, in quanto per stabilire l’ammontare di un premio assicurativo è necessario valutare tra le altre, la probabilità di rischio, parametro attualmente non disponibile.

Più pragmatico Domenico Sorrenti, professore di ingegneria informatica all’Università Bicocca di Milano il quale sostiene che: Le auto a guida autonoma non sono ancora pronte a circolare. Le ragioni sono diverse, ma tra le altre, i sensori attualmente disponibili possono ancora sbagliare, non tanto nella ricezione dei dati, quanto nella valutazione del dato e conseguente risposta meccanica. Probabilmente andrà meglio quando le auto saranno anche connesse, cioè dialogheranno una con l’altra. L’interazione dei due sistemi diminuirà la possibilità di errore.

Auto elettrica sì, ma …

Al pari della guida autonoma, un’altra evoluzione tecnologica è stata trattata nel corso dell’incontro: l’alimentazione elettrica. Proposta come soluzione alternativa ai motori endotermici per ridurre i danni procurati all’ambiente dai motori a benzina o a gasolio.  

A proposito di questi motori, il Direttore del Centro Studi Fleet&Mobility di Roma, Pier Luigi del Viscovo, ha voluto precisare che sebbene le auto elettriche abbiano emissioni Zero di CO2, l’elettricità non è un prodotto reperibile in natura, bensì una fonte energetica da produrre.

Interessante notare che sebbene in ambito mondiale l’energia prodotta da fonti alternative sia in costante aumento, il maggior incremento di vendite di auto elettriche si è avuto in Cina, 257.000 veicoli contro i 209.000 del resto del Mondo. Peccato che in Cina l’energia elettrica viene prodotta ancora con il carbone. A causa di ciò, di fatto l’auto elettrica in Cina ha un valore di emissioni di circa 124 g/km di CO2. E da noi in Europa? In Francia la stessa automobile ha un valore di emissioni di circa 9 g/km in quanto buona parte dell’energia elettrica viene prodotta con il nucleare (lasciamo stare le negatività di questo sistema), mentre in Italia il calcolo è ancora ininfluente in quanto al momento vengono immatricolate 8 auto elettriche ogni 10.000 endotermiche

Andrà senz’altro meglio in Svezia e Danimarca che si sono date come obiettivo il 2050 per eliminare tutti i combustibili fossili per la produzione di energia elettrica. A sorpresa, raggiungeranno questo traguardo già nel 2020/21 il Costa Rica, Nicaragua e Uruguay, giunti oggi già al 95%.

Un’altra considerazione sull’auto elettrica è stata fatta da Vito Mauro, coordinatore scientifico della Fondazione Filippo Caracciolo dell’ACI, il quale ha evidenziato che da uno studio fatto in Gran Bretagna, risulta che collegando sotto casa un’auto elettrica per la ricarica, l’energia necessaria è paragonabile a quella che quell’appartamento utilizza in tre giorni. In altre parole «occhio alla bolletta», almeno in quei Paesi dove l’energia elettrica è più cara come in Italia. (ndr.  Si fa riferimento al costo finale e non solo quello del kWh al quale bisogna aggiungere Accise, Iva, tasse locali, trasporto, ecc. )

Infine, ma non per ultime, le considerazioni di Nunzia Bonifati, insegnante di filosofia all’Università Tor Vergata di Roma che studia principalmente il rapporto tra essere umano e macchina. Una problematica già presente oggi, ma che implicherà uno studio più approfondito nel momento in cui l’automobile si guiderà da sola.

[ Paolo Pauletta ]

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