La supercar inglese è una ibrida da 916 cv in grado si sfrecciare a 350 km/h emettendo appena 200 g/km
È il punto di congiunzione tra le supercar di serie e le auto da competizione, un mostro da quasi mille cavalli che sfrutta il know-how di uno dei marchi storici della Formula 1. Ma la McLaren P1 non è solo potenza e prestazioni, ma un vero e proprio campionario marciante di soluzioni innovative (e costose), come a dire, facciamo l’auto più veloce che esita utilizzando tutte le più avanzate tecnologie disponibili ad oggi.
Leggera e robusta
E come ogni sportiva che si rispetti, anche sulla P1 si è partiti dal telaio, con una scocca monopezzo stampata e abitacolo a forma di goccia. I pannelli della carrozzeria in fibra di carbonio sono plasmati in galleria del vento per far si che ogni componente funga da elemento funzionale per l’aerodinamica. Il risultato è un “carico” alle alte velocità pari a 600 kg, come le auto da corsa. C’è poi un’ala posteriore che si apre a gradazioni variabili per migliorare la deportanza e agire da airbrake (come sulla Veyron). Scontato che i freni siano carboceramici, ma anche in questo caso le specifiche McLaren hanno indotto la Akebono a produrre un impianto fatto apposta per la P1, con migliore ventilazione e leggerezza delle componenti.
Per 20 km a zero emissioni
Che la McLaren P1 utilizzi materiali “spaziali” e soluzioni mutuate dalla F1 c’era da aspettarselo, ciò che invece sorprende è il “gruppo propulsivo” IPAS (Instant Power Assist System) che abbina un V8 twin-turbo da 3,8 litri capace di 737 cv e 720 Nm, ad un motore elettrico da 179 cv e 260 Nm di coppia. Il totale da 916 cv e 900 Nm, scontato dire che si tratti dell’ibrida più potente del mondo, ma il dato che sorprende è quello delle emissioni pari a 200 g/km di CO2. Si può addirittura viaggiare in modalità elettrica, fino a 48 km/h per 20 km, meglio di molte altre full-hybrid.
Se vi lampeggia fatela passare…
Quest’incetta di tecnologia e cavalli, rende del tutto pleonastico porre l’accento sulle prestazioni assolute. Dati come i 350 km/h di velocità massima, i 2,9 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h e i 7 secondi per volare da 0 a 200 km/h, rappresentano solo le capacità “rettilinee” di una vettura concepita per “divorare” le curve dei circuiti di tutto il mondo.
Valerio Maura