Trasformazione della Duetto 1600 de «Il laureato» nella 1750 competizione portata da Musumeci-Barbante al traguardo della 57° Targa Florio (ed. 1973)
Qualche anno fa Hachette mise in commercio tramite edicola – e ovviamente a puntate – il bel modello in scala 1/8 della spyder Alfa Romeo resa celebre in un film, «Il Laureato» che divenne in breve tempo un cult-movie grazie ad una storia d’amore non troppo originale ma resa superba dall’interpretazione dell’allora giovane Dustin Hoffman e da una colonna sonora indimenticabile e indimenticata.
L’auto, il cui nome scaturì da un concorso riservato – d’intesa con l’Alfa Romeo – ai lettori del mensile Quattroruote, divenne rapidamente nota al grande pubblico ma l’imprimatur definitivo glielo diede proprio quel film.
Nata per sostituire nel cuore degli appassionati le sue splendide «ave» Giulietta e Giulia spyder, la Duetto ebbe lunga vita e venne declinata in più versioni, non tutte ugualmente valide sotto il profilo estetico (si pensi all’orpellosa quarta serie del 1983, appesantita da spoiler, alettoni e minigonne, che divenne anche l’auto di Diabolik).
Pur non pensata per un impiego agonistico, venne in più di un’occasione utilizzata in corse anche impegnative come nell’emblematico caso del modello di questo servizio.
Il lavoro che vi presentiamo è stato realizzato dal noto modellista palermitano (quindi uomo con la Targa nel cuore) Gianni Petta, le cui realizzazioni sono ben conosciute anche al di fuori dei nostri confini; un esempio per tutti è rappresentato dal gigantesco diorama (2,75 x 0,70 x 0,30 metri) in scala 1/43 della zona «box» esposto per lungo tempo – fra gli altri siti che lo hanno ospitato – nel Museo Porsche di Stoccarda.
Il Duetto da «scatola»
Composto da 688 pezzi per la maggior parte in plastica e per il resto in Zama come tutta la carrozzeria, alcune parti delle sospensioni ed i cerchi ruota, il modello è stato messo in vendita dalla Hachette – con uscite settimanali in edicola – dal dicembre 2012 al gennaio 2015. Oramai fuori produzione e fuori catalogo, si può trovare in vendita su Internet attorno ai 600 euro (attenzione alle eventuali mancanze!!).
L’elaborazione
Obbiettivo del lavoro era la trasformazione della Duetto 1600 cc Osso di seppia (per intenderci la protagonista a 4 ruote de «Il Laureato») nella versione 1.750 cc da corsa condotta positivamente in gara con il numero 130 nella Targa Florio del 1973 dall’equipaggio Musumeci-Barbante per i colori della Scuderia Etna.
Data la mole di lavoro (smontaggio, sverniciatura, autocostruzione ed elaborazione, riverniciatura, ri-montaggio) ed il numero di pezzi auto-costruiti in Plasticard o in metallo (ben 206 che si aggiungono ai 688 di serie per un totale di 894 pezzi), la descrizione è stata suddivisa in blocchi: esterni, meccanica (motore e vano motore, telaio e ciclistica con relativo assetto) abitacolo e bagagliaio.
Tutti i particolari che non necessitavano di modifiche sono stati attentamente controllati per ovviare agli eventuali difetti di produzione (eliminazione delle sbavature) oppure per migliorarli.
Il lavoro è durato in tutto un paio di anni, un lasso di tempo considerevole in parte condizionato dalla mole di lavoro non affrontato a tempo pieno ed in parte dalla cadenza settimanale delle uscite di fascicoli e pezzi in edicola, organizzata in maniera funzionale più per l’azienda che non per il modellista: la maggior parte delle «uscite» conteneva infatti elementi eterogenei e quindi non immediatamente abbinabili tra loro in modo che chi fosse interessato alla realizzazione ad esempio del solo motore (peraltro bello da esporre anche a se stante), fosse comunque obbligato ad acquistare un numero di fascicoli di gran lunga superiore a quelli necessari al suo scopo.
[ testo Gianni Petta raccolto da Giovanni Notaro ]
Immagini Gianni Petta