Una mostra di foto di Ercole Colombo e poi video, memorabilia e oggetti che ripercorrono la carriera dell’«aviatore», un mito intramontabile più volte accostato a Nuvolari
Iniziata il 4 maggio la mostra «Gilles Villeneuve. Il mito che non muore» è ospitata sino al 22 luglio 2018 al Museo Autodromo di Monza Eni Circuit.
La Mostra ripercorre la storia umana e sportiva di uno dei piloti entrati a diritto nella leggenda pur senza aver mai vinto un alloro mondiale e questo grazie al suo totale sprezzo del pericolo, alla sua capacità di controllo del mezzo oltre i limiti della fisica, alla sua irriducibile combattività e, infine, ad un carattere che lo inserì fra più amati dal pubblico.
La rassegna, curata da Giorgio Terruzzi e Ercole Colombo, presenta oltre 170 fotografie di Ercole Colombo, reporter di sport tra i più apprezzati, una vita passata in Formula 1 dietro l’obiettivo delle sue reflex, utilizzate per ritrarre gli eroi del volante negli intensi momenti della gara e in quelli della vita privata.
Gilles terminò vita e carriera a Zolder, durante le prove di qualificazione del Gran Premio del Belgio e, allora si disse che volle osare tutto pur di prevalere su Pironi che nel precedente Gran Premio di Imola, non rispettò gli ordini di scuderia e colse di sorpresa il canadese strappandogli la vittoria; Gilles lo ritenne un tradimento quindi scese in pista determinato a pareggiare i conti sin dalle qualifiche. Così non fu ed oggi noi dobbiamo rivivere la sua vita e le sue imprese attraverso ricordi, manifestazioni e mostre come quella che oggi ci occupa.
L’esposizione ospita inoltre, fino al 3 giugno, la Ferrari 312 T4 oggi appartenente alle Cantine Giacobazzi, storico sponsor personale di Gilles fin dai primi tempi in cui correva per la Ferrari; si tratta della stessa monoposto protagonista del celeberrimo duello ingaggiato da Villeneuve con la Renault di René Arnoux sul circuito di Digione, una prova agonistica che fra le più emozionanti di tutta la storia del motorismo e tutt’ora presente e ben «gettonata» su YouTube ed altri canali motoristici..
https://www.youtube.com/watch?v=kYX52OtW134
Con la Ferrari 312 T4 il Cavallino Rampante vinse nel 1979 sia la Coppa costruttori e sia il Campionato del Mondo piloti con il sudafricano Jody Scheckter, mentre Gilles Villeneuve vinse tre gran premi (Kyalami in Sudafrica e Long Beach e Watkins Glen negli USA).
La rassegna è arricchita da alcune immagini provenienti dal Museo Villeneuve di Berthierville in Canada, da un video realizzato per l’occasione con una testimonianza di Mauro Forghieri, storico ingegnere motorista della Ferrari, oltre che da una sezione con altri oggetti e memorabilia legati al mito di Villeneuve.
Una mostra da non perdere
Il percorso espositivo segue un doppio canale, in cui alle immagini di Colombo fanno da contrappunto i testi di Terruzzi che accompagnano il visitatore lungo la ricostruzione biografica della vita di Villeneuve.
Il racconto inizia infatti proprio nel 1950, anno della nascita di Gilles, ricostruendone la giovinezza ed il suo progressivo appassionarsi ai motori, dalle prime scorribande notturne alla guida delle auto del padre alla partecipazione alle prime gare di accelerazione, quindi gareggiando con le motoslitte, grazie alle quali inizia a costruirsi una certa notorietà.
Nel 1973 debutta sulle monoposto: Formula Ford, Formula Atlantic, Formula 2, sino all’esordio in Formula 1 con una McLaren, nel Gran Premio di Gran Bretagna.
Siamo nel 1977, l’anno che cambierà la sua esistenza e darà una svolta decisiva alla sua carriera. Il 29 agosto, Villeneuve incontra a Maranello, per la prima volta Enzo Ferrari che, si sta burrascosamente separando da Niki Lauda, ed assolda il poco noto Villeneuve
“Quando mi presentarono quel piccolo canadese – ricordava Enzo Ferrari – tutto nervi, riconobbi subito in lui il fisico di Nuvolari e mi dissi: dagli una possibilità”, possibilità che per Gilles si materializzò con il debutto al Gran Premio del Canada il successivo 9 ottobre.
Con le sue fotografie, Ercole Colombo cattura appieno l’emozione del momento. La mostra raccoglie inoltre le immagini più significative e inedite di una carriera folgorante: dai primi, clamorosi incidenti che portarono al soprannome «Aviatore» – visto che Gilles sembrava voler trascorrere più tempo in aria che sull’asfalto – alla prima vittoria, ottenuta sul circuito di casa nel 1978, al duello epico con René Arnoux nel Gran Premio di Francia a Digione, 1979. Una lunga sequenza di sorpassi, azzardi, sbandate, e contatti che fece nascere tra i tifosi ferraristi quella «Febbre Villeneuve» che mai li abbandonerà e che è tutt’ora altissima.
Ercole Colombo, oltre a documentare la sua vicenda in pista, testimonia la nascita di un mito vivente, un eroe dei nostri tempi, amato e ammirato per il suo stile tutto acuti ed esagerazioni, come il record di 2 ore e 45 minuti da Montecarlo a Maranello. “Faceva tutto a 300 all’ora – ebbe modo di ricordare Patrick Tambay, che rilevò il suo sedile dopo la sua scomparsa – Sciare, guidare il motoscafo o giocare a backgammon”.
La mostra prosegue con la ricostruzione del suo annus horribilis, il 1982, con lo schiaffo morale ricevuto dal compagno di squadra Didier Pironi che, contravvenendo agli ordini di scuderia, lo superò all’ultimo giro del Gran Premio di Imola, sino al tragico e ultimo volo a Zolder che segnò la fine della sua giovane vita e si chiude idealmente con la sala dedicata al figlio Jacques, che ha portato a termine una sorta di missione di famiglia, conquistando uno storico tris di vittorie: il Campionato Kart americano, la 500 miglia di Indianapolis e, finalmente, il Campionato del Mondo di Formula 1, nel 1997, un’impresa non da tutti che tuttavia non ha avuto nel cuore degli appassionati lo stesso peso attribuito alle gesta del padre.
Presente inoltre una sezione inedita che ospita una ricostruzione del contesto della vita professionale di Villeneuve, con i bolidi di Formula 1 e la curva di un circuito, interamente costruiti in mattoncini Lego®, materiale che si ritrova anche nella rassegna Star Wars is back!, in corso fino al 30 settembre a Villa Mirabello, nel cuore del Parco di Monza, che ospita quattro diorami, per i quali sono stati impiegati oltre un milione di mattoncini e più di duemila minifigure: un’opera nata dalla fantasia di Wilmer Archiutti e ideata e prodotta da LAB Literally Addicted to Bricks laboratorio creativo di Roncade, in provincia di Treviso.
[ Redazione Motori360 ]
Riferimenti
La mostra è stata organizzata e prodotta da ViDi, in collaborazione con Autodromo Nazionale Monza SIAS S.p.A., Automobile Club Milano e il Museo Gilles Villeneuve di Berthierville, con il Patrocinio del Comune di Monza e la Reggia di Monza,
Location: Monza Eni Circuit-Museo Autodromo (via Vedano, 5 – Monza): 4 maggio – 22 luglio 2018
Orari:
giovedì e venerdì: 10.00-13.00; 14.00-18.00
sabato e domenica: 10.00-19.00
lunedì, martedì e mercoledì chiuso
Ingresso:
Intero: 9 euro
Ridotto: 7 euro
Informazioni:
039/24821 | 02/36638600
www.monzanet.it
Catalogo: Skira