«Abolire il Superbollo», la richiesta arriva dall’intero settore auto attraverso l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) presieduta da Michele Crisci. Secondo l’associazione, la misura introdotta dal Governo Monti nel novembre del 2011 non ha prodotto gli introiti sperati, al contrario ha finito per penalizzare un’area dell’eccellenza motoristica tipicamente italiana
L’idea del Governo Monti era semplice: far pagare una tassa pesante a chi possiede un’auto di lusso. Come? Imponendo, oltre al solito bollo che paga qualunque possessore di un veicolo, una sovrattassa: il Superbollo, ovvero un’addizionale erariale che si applica alle auto con potenza a 185 kW (250 cavalli circa). Chi la possiede deve pagare 20 euro per ogni kW superiore alla «soglia Monti», per l’Erario avrebbe dovuto significare un indotto di 168 milioni l’anno, calcolato su un parco veicoli di circa 212.000 unità
Gli effetti del Superbollo
Gli effetti del Superbollo – invece – sono andati in direzione opposta: hanno affossato una fetta di mercato importante, peraltro quella che raccoglie chi ha sofferto meno la crisi e ha maggior capacità di spesa. Inoltre, ha causato un vero e proprio collasso del mercato dell’usato «potente», cioè di quelle auto con potenza superiore ai 185 kW, ma non per questo necessariamente molto costose.
Sarebbe sbagliato, però, considerarlo un problema solo delle auto da qualche centinaia di migliaia di euro. Oggi infatti, un amatore, potrebbe comprare per poche migliaia di euro una «supercar» con qualche anno di vita, ma non lo fa perché fra IPT (l’imposta applicata al passaggio di proprietà, altra follia) e Superbollo pagherebbe più di spese che di auto.
La maggior parte delle auto usate colpite dal balzello è finita all’estero, con quotazioni quasi ridicole vista la difficoltà per i proprietari di sbarazzarsene. Un danno per i proprietari, per lo Stato (che non ha incassato ne bollo ne Superbollo), per l’indotto (pensate a quanto lavoro hanno perso le officine specializzate) e per i rivenditori, che hanno dovuto chiudere il business del settore.
La sua eliminazione può ripristinare un potenziale di domanda tale da assicurare un ritorno fiscale in grado di compensare totalmente la manovra e generare nuovi posti di lavoro. Nel dibattito che si è svolto recentemente presso la sede dell’Aci, in occasione della presentazione del Salone dell’auto di Torino Parco Valentino, l’argomento del «Superbollo» è stato analizzato per misurarne gli effetti. Le conclusioni sono state pressoché unanimi: occorre eliminare l’odioso balzello.
Le opinioni del mondo automotive
Secondo Angelo Sticchi Damiani, Presidente Aci, il Superbollo “compromette il patrimonio auto italiano con il conseguente mancato gettito per le casse dello Stato e quindi, anche se può sembrare una scelta anti sociale, il super bollo andrebbe abolito”.
Pietro Innocenti, boss di Porsche Italia, spera che ”la politica riesamini con serenità una legge che si è dimostrata non solo inefficace ma anche dannosa per l’erario e l’occupazione”.
Secondo Romano Valente, Direttore Generale dell’Unrae: “I dati che abbiamo mostrato sono in grado di raccontare meglio di qualsiasi considerazione quello che ha significato il Superbollo ovvero la perdita di fatturato, di gettito fiscale, la sofferenza di un’area dell’eccellenza tipicamente italiana, e abbiamo anche messo in difficoltà competenze commerciali e tecniche difficilmente rinnovabili. Se si eliminasse il Superbollo ci sarebbe, quindi, un maggior gettito fiscale”.
Andrea Levy, patron del salone del Valentino a Torino ha concluso l’analisi: “Parlo da appassionato di automobili sportive che coltiva questa passione da quando era giovane. I riflessi di questa tassa parlano di perdite per le casse dello Stato dimostrate dai dati oggettivi, ma non parlano di quanto abbiano influito su una passione che si spegne. Perché il Superbollo ha evidentemente ridotto la possibilità per i giovani di acquistare un’auto sportiva usata, considerando che nel giro di pochi anni i costi di gestione della vettura eguaglierebbero o supererebbero il valore dell’auto stessa”.
[ Andrea Tartaglia ]