A Torino, nella sede del Museo Nazionale dell’Automobile «Avv. Giovanni Agnelli», dal 10 novembre inizia un percorso istituzionale e formativo riguardante l’auto d’epoca
Il progetto ha trovato pratica attuazione grazie all’accordo fra il Museo dell’Automobile e la Fondazione Centro per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali «La Venaria Reale» (CCR) ed inizierà la sua attività dal prossimo 10 novembre.
L’iniziativa
Si tratterà di un percorso formativo certificato e specializzato nel restauro delle auto d’epoca e di ogni singola componente costitutiva nel rispetto dei materiali e delle procedure applicate, entrambi approfonditi da un percorso teorico che porrà le basi per l’intervento pratico sulle vetture, coadiuvato da professionisti del settore delle auto d’epoca, artigiani ed esperti che affiancheranno gli allievi nella fase operativa.
Le tecniche necessarie per riportare le auto d’epoca alle loro condizioni d’origine saranno per la prima volta utilizzate sui mezzi dell’Open Garage collocato nel MAUTO stesso.
Questo grazie al contestuale avvio di un pratico workshop sulla «Carrozza di Bordino», e l’attrezzamento dell’Open Garage, fasi di formazione che il personale del museo seguirà assieme agli specialisti del CCR Venaria, operante oramai già da un decennio e che in passato non solo ha analizzato i materiali e le strutture organiche della Carrozza di Bordino, ma ha allargato l’indagine alle condizioni microclimatiche del percorso espositivo.
La metodologia applicata
Il CCR di Venaria – che applica una metodologia riconosciuta dal Ministero dei Beni e Attività Culturali – mette a disposizione delle ricerche le sue sofisticatissime attrezzature e porta a fattor comune le conoscenze e le esperienze maturate da restauratori, storici dell’arte, professionalità tecnico-scientifiche ed artigiani, incanalandole verso lo specifico obiettivo scelto.
In occasione dell’avvio di questa nuova attività spetterà ad uno specialista del Corso Conservazione e Restauro dei beni Culturali ad illustrare i metodi di ricerca sui materiali e le procedure costruttive applicate nelle diverse epoche.
Questa fase di approfondimento sarà propedeutica agli interventi sulle vetture individuate fra quelle del parco macchine dell’Open Garage che – vale ricordare – insiste su un’area di oltre 2.000 mq ospita 70 mezzi (di cui alcuni ascrivibili al periodo preindustriale e prodotti quindi dal 1856 agli Anni Trenta) ed è visitabile su prenotazione.
I Partners
I primi partner privati che hanno aderito al progetto sono Pininfarina, il gruppo Mario Levi (da 70 anni azienda leader in Italia e all’estero nella gestione di tutti i processi produttivi della lavorazione delle pelli) e l’Atelier Toppino di Piobesi d’Alba, officina e laboratorio mobile dove vengono realizzati restauri storici, conservativi e filologici di diverse tipologie di carrozzerie quali locomobili a vapore, tonneau, landaulet, limousine, double phaeton, chassis e automobili di interesse storico e collezionistico.
A queste prime adesioni se ne dovrebbero aggiungere altre: il MAUTO sta infatti cercando di coinvolgere quei laboratori artigiani e quelle aziende del territorio in base alla loro specializzazione (ad es. processi di verniciatura, lavorazione del legno, lavorazione del ferro ecc.): le diverse professionalità parteciperanno, intervenendo in loco o nelle rispettive sedi, mettendo a disposizione del team di restauratori conoscenze ed attrezzature.
Il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana ha sottolineato che “Con l’apertura del Centro del restauro dell’automobile il MAUTO avvia un percorso istituzionale e formativo che risponde concretamente al quadro attuale, generato dalla crescita del valore dell’automobile d’epoca come testimonianza storica fondamentale per la conoscenza della cultura del Novecento. Il progetto è unico nel suo genere e volto a coniugare la necessità di conservare le vetture d’epoca nel modo corretto e certificato dai Beni Culturali con l’esigenza di tramandare, nello spirito didattico del museo, le competenze artigianali e scientifiche degli specialisti. Siamo contenti di aver coinvolto importanti partner, Aci tra questi; ringrazio il Presidente Sticchi Damiani per la sensibilità con la quale si è interessato al progetto; abbiamo intenzione di coinvolgerne molti altri per fare di questo centro un polo di eccellenza a livello europeo”.
La sinergia darà l’opportunità non solo di rafforzare la fitta rete di collaborazioni che il museo sta intessendo sia a livello nazionale che internazionale, ma soprattutto di far conoscere e di valorizzare l’immenso bacino di talenti, l’estro creativo, l’artigianalità e le capacità imprenditoriali esistenti a Torino e in Piemonte.
[ Giovanni Notaro ]