La 919 Hybrid n° 2 sostituisce sul gradino più alto del podio una Toyota amaramente ritiratasi al penultimo giro, praticamente a due minuti dalla fine
Sottolineiamo prima di tutto una cosa: tutto il team Porsche, i piloti in particolare, hanno avuto parole di riconoscimento e solidarietà per la Toyota il cui ritiro al penultimo giro, quand’era saldamente in testa, ha regalato alla Casa di Stoccarda una vittoria insperata su un piatto d’argento…
Dunque onore alla sportività ed al senso della realtà della Porsche ma, guardando dall’altro lato dello specchio, bisogna anche ricordare che chi vince, alla fine, ha sempre ragione e così il cavallino di Stoccarda porta a casa, e scusate se è poco, il suo 18° successo assoluto nella più classica delle gare endurance: una gara che da un punto di vista mediatico e tecnico-sportivo, vale un campionato.
Ritiratasi la Toyota, la bandiera a scacchi si è quindi abbassata al passaggio della Porsche 919 Hybrid n° 2 di Romain Dumas (FR), Neel Jani (CH) e Marc Lieb (GER) che hanno bissato la vittoria conseguita, nel 2015, da Earl Bamber (NZ), Nico Hülkenberg (DE) e Nick Tandy (GB) su Porsche 919 Hybrid.
Ricordiamo che la prima vittoria assoluta per Porsche a Le Mans risale al 14 giugno del 1970, e fu conquistata da Hans Herrmann e Richard Attwood (allora i turni si dividevano in due) a bordo della mostruosa ed impegnativa 917 K n° 23.
La seconda Porsche 919 Hybrid con il numero 1, condivisa dai campioni endurance in carica Timo Bernhard (GER), Brendon Hartley (NZ) e Mark Webber (AU), ha concluso in 13° posizione assoluta a causa di inconvenienti tecnici patiti nel corso della notte riuscendo comunque ad arrivare quinta nella classe LMP1.
Poiché alla 24 Ore di Le Mans viene assegnato punteggio doppio (come nelle altre gare di sei ore del campionato) Porsche ha totalizzato a Le Mans ben 71 punti validi per la classifica costruttori del Campionato Mondiale Endurance (WEC) che guida con 127 punti, davanti ad Audi (95) e Toyota (79). Nella classifica piloti, Dumas, Jani e Lieb hanno ora 94 punti complessivamente e conducono con un vantaggio di 39 punti dai loro diretti inseguitori.
Le dichiarazioni
Fritz Enzinger, vice-Presidente LMP1: “Prima di tutto voglio esprimere tutto il mio rispetto per la straordinaria prestazione di Toyota. Quella con loro è stata veramente una grande sfida. Poco prima del traguardo ci eravamo assestati in seconda posizione, poi improvvisamente abbiamo ottenuto la nostra seconda vittoria consecutiva a Le Mans. Desidero ringraziare il nostro straordinario team a Weissach, il nostro team qui a Le Mans e tutti i dipendenti e i fan Porsche che ci hanno sostenuti in questa gara”.
Andreas Seidl, Direttore del Team: “Prima di tutto siamo sinceramente solidali con i nostri colleghi e amici di Colonia. Perdere una gara del genere in questo modo, all’ultimo giro, è una cosa che non augureresti al tuo peggior nemico. Ma questo è lo sport, con le sue luci ed ombre, ed è per questo che lo amiamo. È stata una vittoria combattuta duramente. Abbiamo dovuto mettere Toyota sotto pressione e spingere al massimo per tutta la corsa. Anche i nostri piloti erano al limite. La frequenza di avvicendamento alla testa della gara è stata elevatissima. Da quando abbiamo iniziato lo sviluppo e la preparazione per la 919 Hybrid, abbiamo sempre raggiunto ottime prestazioni. E questo vale sia per i nostri colleghi a Weissach sia per la squadra corse. Tanto sono soddisfatto per l’equipaggio della vettura numero due, quanto dispiaciuto per i ragazzi della vettura numero 1. Senza il guasto e la lunga riparazione, anche loro avrebbero potuto combattere per la vittoria. Vincere a Le Mans è il fiore all’occhiello della stagione ed è difficile credere che al nostro terzo anno abbiamo già vinto due volte. Adesso guardiamo avanti. Questa gara ci fa guadagnare molti punti, ed ora vogliamo difendere anche entrambi i titoli mondiali”.
I piloti della Porsche 919 Hybrid numero 1
Timo Bernhard (35, Germania):(9 gare: vittoria assoluta 2010, 2° posto assoluto 2015, vittoria di classe GT 2002): Congratulazioni alla nostra vettura gemella e al Team Porsche, è una vittoria decisamente meritata. Hanno combattuto per la vittoria per 24 ore e alla fine eravamo molto vicini. Ovviamente, sono molto dispiaciuto per tutto il Team Toyota. Perdere una gara in questo modo è crudele. Nemmeno noi siamo stati fortunati, e mi spiace anche per Mark, Brendon e la nostra squadra. I ragazzi si sono impegnati molto e hanno fatto un ottimo lavoro per riparare la 919 Hybrid e rimetterla nuovamente in pista. Quest’anno siamo stati abbastanza sfortunati, ma siamo in grado di gestire la situazione. La nostra vettura era davvero veloce, potevamo correre agevolmente alla velocità di chi conduceva e almeno abbiamo guadagnato più punti per Porsche nel campionato costruttori. L’anno prossimo torneremo. Io non mi arrendo, voglio vincere qui con Porsche”.
Brendon Hartley (26, Nuova Zelanda): (4 gare: 2° posto assoluto 2015): “Durante i turni di guida finali era importante che tutti i piloti rispettassero i tempi di guida al volante per guadagnare un po’ di punti. La nostra Porsche era in perfetta forma. Siamo tutti contrariati per i problemi che abbiamo avuto, ma tutti i membri del team hanno mostrato spirito combattivo e abbiamo tenuto le dita incrociate per la vettura gemella”.
Mark Webber (39, Australia): (4 gare: 2° posto assoluto 2015, nel 1998 e 1999 non ha corso): “Sono molto orgoglioso del team e fiero dei meccanici che hanno lavorato così duramente. È un onore guidare di nuovo per Porsche a Le Mans. Non è stata la nostra giornata, siamo stati sfortunati con la pompa dell’acqua. È stato il nostro grande problema e abbiamo perso molto tempo. Ma Timo e Brendon hanno guidato in modo incredibile. Alla fine abbiamo pregato tutti per la vettura 2 e, ovviamente, sono felice per i nostri compagni di team e per Porsche. Ma quello che è successo oggi a Toyota è veramente difficile da accettare e dobbiamo essere solidali con loro”.
I piloti della Porsche 919 Hybrid numero 2
Romain Dumas (35, Francia): (15 gare: vittoria assoluta 2010, 3° posto assoluto 2007, 5° posto assoluto 2015, vittoria di classe GTE 2013): “Siamo sinceramente dispiaciuti per Toyota. È stata un grande corsa. Ma, ovviamente, se si presenta la possibilità di vincere a Le Mans, non dici: no, grazie. In questo momento è impossibile rendersi conto di quello che è successo. Quest’anno i tempi sul giro erano leggermente più lenti a causa delle modifiche al regolamento”.
Neel Jani (32, Svizzera): (7 gare: record sul giro di qualificazione e 5° posto assoluto 2015) “Mi si spezza il cuore per i piloti Toyota. Penso che qualsiasi pilota sappia come ci si sente. Non trovo le parole per descrivere quello che si prova a vincere a Le Mans. È una sensazione surreale. Abbiamo corso un’ottima gara, commettendo pochi errori, e abbiamo spinto la vettura al massimo. Questa vittoria è veramente, veramente speciale”.
Marc Lieb (35, Germania): (10 gare: 5° posto assoluto 2015, vittorie di classe GTE 2013, GT2 2010 e GT 2005) “Non è stata una gara facile dal punto di vista del traffico e delle zone di rallentamento. Durante l’ultimo quadruplo turno di guida ero veramente al limite. Anche i primi tre giri sono stati piuttosto impegnativi, con sorpassi nel traffico e diverse situazioni rischiose. Nell’ultimo turno dovevo anche risparmiare carburante e soprattutto salvaguardare gli pneumatici anteriori, che iniziavano a perdere aderenza. Ho dato tutto ciò che potevo, adesso è il momento di metabolizzare tutto quello che è successo oggi”.
[ Giovanni Notaro ]