111 anni di storia esposti al Salone tedesco attraverso 12 gioielli che hanno scritto pagine suggestive del mondo delle quattro ruote
Accanto a tante novità, nel padiglione N6 del Salone di Francoforte sono state esposte una dozzina di vetture sportive che sono state un simbolo tra le auto da corsa nel loro rispettivo periodo storico. Dalla Opel GP del 1913 alla F1 Benetton Ford B194 di Michael Schumacher del 1994. Una sintesi dei tanti modelli esposti permanentemente presso il museo Motorworld di Böblingen, una ventina di chilometri a sud-ovest di Stoccarda.
Opel GP – 1913
Le prime automobili con il motore a scoppio, a cavallo tra la fine del 1800 e i primi del ‘900, avevano una bassa compressione e basse velocità perché la meccanica, i combustibili e la lubrificazione, non erano ancora abbastanza sviluppati. Chi voleva alte prestazioni doveva aumentare la cilindrata. Opel, da sempre all’avanguardia, aveva adottato fin dal 1913 la tecnologia delle 4 valvole per cilindro in modo da agevolare la compressione nel cilindro e velocizzare la fuoriuscita dei gas di scarico. Sulla base del motore da 4,5 litri e 110 cv della Opel GP con la quale aveva partecipato al Gran Prix de France, nel 1914 Opel realizzò questo concept con la cilindrata di 12,3 litri che venne chiamato «Green Monster». La potenza di 260 cv a 2.600 giri/min. consentiva a questa «mostro» di raggiungere la velocità di 228 km/h. Le dimensioni del motore avevano imposto di forare il cofano per far uscire i castelletti delle valvole. Con una cilindrata enorme e senza freni anteriori, questo concept venne prevalentemente usato dal pilota ufficiale Opel Carl Jörns per fare delle corse sulla spiaggia dell’isola danese di Fanø.
Riley Big Four Special – 1938
Nel 1913 Percy Riley aveva fondato insieme ai suoi fratelli Victor, Stanley e Allan, la fabbrica di automobili Stanley. La meccanica ce l’avevano nel sangue, infatti sono cresciuti nell’azienda del padre che produceva biciclette. Tra gli anni ’20 e ’30, la loro produzione comprendeva una vasta gamma di modelli con diverse tipologie di carrozzeria e motori a 4,6 e 8 cilindri. Nel 1920 aveva realizzato un motore con camere di combustione emisferiche e valvole in testa inclinate con 2 cammes laterali che risultava essere più potente ed efficiente del tradizionale motore con valvole e cammes in testa. Una soluzione che ben presto venne adottata anche da altri costruttori per le auto da corsa. Nel 1937 Riley realizza 2 motori a 4 cilindri, uno da 1,5 litri e 62 cv, l’altro da 2,5 litri e 82 cv denominato Big Four. Questo motore equipaggiava la Riley 2 ½, una vettura sportiva a 2 posti con carrozzeria roadster che poteva raggiungere i 130 km/h. Purtroppo nel 1939 inizia la Seconda Guerra mondiale e la produzione viene sospesa.
March 713 – 1971
La March era una azienda inglese specializzata nella costruzione di auto da corsa, F3, F2 e F1, fondata nel 1970 da Max Mosley (futuro presidente FIA), Alan Rees, Graham Coaker e Robin Herd.
La 713 di F3 prodotta nel 1971, è molto simile alla 712 di F2 e veniva assemblata sia con un telaio monoscocca (713M – 11 esemplari) che tubolare (713S – 9 esemplari), per il resto i due modelli erano uguali. Nel 1971 la scuderia tedesca Eiffelland Caravan Racing Team ne acquista 8 esemplari, 7 con space frame tubolare e 1 monoscocca che venne affidata alla pilota Hannelore Werner, che poi sposò il proprietario della scuderia Günther Hennerici.
L’esemplare qui esposto è quell’unico esemplare monoscocca che ora appartiene al pilota tedesco Marcel Bihel e con il quale partecipa alle gare per auto storiche.
Il motore è un 4 cilindri Ford-Lotus Twin Cam da 1.558 cc per una potenza di 125 cv a 8.200 giri/min. Cambio Hewland Mk 8 a 5 rapporti per una velocità massima di 235 km/h. Peso 460 kg.
Alpine A310
Alpine è una fabbrica di automobili sportive fondata a Dieppe nel 1955 da Jean Rédélé, allora concessionario Renault e anche pilota con le vetture del marchio francese. Bisogna aspettare alcuni anni per vedere i primi successi nelle corse, prima con il prototipo M64 alla 24 Ore di LeMans nel 1964, poi nell’Europeo rally del 1971 e finalmente il Mondiale Rally nel 1973 con la sorprendente A110 che viene incoronata «Regina del Rally di Montecarlo».
Questa prima «Enfant Terrible» del Marchio, venne presentata al Salone di Parigi nel 1962 come erede della A108. Chiaramente rivolta ad una clientela sportiva e alle corse, aveva un telaio in acciaio con una carrozzeria in fibra di vetro e poliestere per un peso medio di circa 600/700 kg. L’iniziale cilindrata di 1.100 cc venne ben presto aumentata a 1.300 cc, 1.600 cc e 1.800 cc, con la potenza che salì da 55 a 200 cv, fino ai 250 delle versioni da rally.
La posizione del motore posteriore a sbalzo rispetto all’asse, rendeva la guida molto impegnativa, ma anche molto spettacolare. La scodata era uno stile di guida obbligato. Venne prodotta fino al 1977 in oltre 7.000 esemplari.
Ferrari BB LeMans – 1978
Prodotta dal 1973 al 1976 in soli 387 esemplari, la Ferrari 365 GT/4 Berlinetta Boxer, più semplicemente conosciuta come «BB» è stata l’erede della 365 GTB/4, la famosa Daytona, ed è stata la prima vettura stradale di serie prodotta da Ferrari con un potente motore centrale a 12 cilindri da 4.390 cc, in questa configurazione c’era solo la Dino 246 GT, ma aveva un motore V6 da 2.400 cc.
Il suo debutto avvenne al Salone di Francoforte del 1969 e in qualche modo voleva rivaleggiare con la Lamborghini Miura già sul mercato da un paio d’anni.
Pur chiamandosi BB (Berlinetta Boxer), il suo motore non era un vero Boxer, ma a cilindri contrapposti, essendo le bielle montate sullo stesso supporto dell’albero a gomiti, o come venne definito in Ferrari, un V12 a 180°.
La Ferrari BB partecipò anche a diverse competizioni, sia con una carrozzeria convenzionale che a coda lunga (long-tail). L’esemplare qui esposto si presenta nella versione corta con un vistoso alettone posteriore ed i colori Thomson che nel 1978 con il n°88 partecipò alla 24 Ore di LeMans con al volante Jean-Claude Andruet e Spartaco Dini. Il motore è quello della BB512, prodotta dal 1976 al 1981, con la cilindrata aumentata a 5 litri e una potenza, nella versione corsa, di 460 cavalli.
Benetton Ford B194
Era la vettura di Michael Schumacher nella stagione 1994, con la quale, nonostante una evidente inferiorità rispetto alla Williams, riuscì ad esprimere al meglio le sue doti di pilota vincendo il suo primo Mondiale. Purtroppo però fu un Mondiale tragico, funestato dalla morte di Roland Ratzenberger il 30 aprile e di Ayrton Senna il giorno dopo sulla pista di Imola al Gran Premio di San Marino. Il talento del grande campione venne poi confermato anche negli anni successivi, con 7 Titoli Mondiali, 91 vittorie, 68 Pole, 77 giri veloci, 155 podi e 5.111 giri di pista effettuati per un totale di oltre 24.109 km.
La B194 ha un motore V8 Ford Cosworth da 3.494 cc per una potenza di 760 cv, con cambio sequenziale Hewland a 6 rapporti.
Per uno strano scherzo del destino, questa vettura era stata messa all’asta da Bonham’s nel dicembre del 2013, un mese prima del tragico incidente di Michael.
La vettura venne aggiudicata per 850.000 euro da Andreas Dünkel, proprietario del museo Motorworld nei pressi di Stoccarda dove tuttora si trova questa storica Benetton Ford B194 perfettamente funzionante.
[ Paolo Pauletta ]