Creato nel 1975, il Centro prove pugliese – della Porsche dal 2012 – è l’unico circuito al mondo in grado di accogliere le più alte velocità lungo i suoi 12,6 chilometri di piste
L’impianto nacque nel 1975 come «Società Autopiste Sperimentale Nardò». A quell’epoca esisteva un anello con corsie per auto e camion e una pista dinamica per vetture che nel 1982 venne affiancata da una pista dinamica per camion. Nel 1999, il Centro prove viene acquisito dalla Fiat che ampliò l’impianto con 5.000 metri quadri di officine e uffici per andare incontro alle necessità dei clienti che utilizzavano Nardò per i loro test di velocità e durata.
Nel 2002 e nel 2008 vennero realizzate ulteriori piste di prova per testare comfort e livelli di rumorosità delle vetture in prova ed un percorso di handling che riproduce su una pista di 6,2 km le singole curve della Nordschleife del Nürburgring.
Nel maggio 2012, Porsche Engineering Group GmbH, società controllata al cento per cento dalla Dr. Ing. h.c. F. Porsche AG, Stuttgart, assume la proprietà dell’impianto mettendo a disposizione dei tester un’area di 700 ettari con oltre 20 piste di prova e attrezzature tecniche per attività di sperimentazione a qualsiasi livello.
“Il Nardò Technical Center è il completamento ideale delle nostre strutture di prova e ricerca del Centro Sviluppo a Weissach. Con il grande vantaggio che a Nardò, grazie al clima mite della Regione, possiamo testare le nostre vetture 365 giorni all’anno” ha dichiarato Wolfgang Hatz, Presidente Ricerca e Sviluppo di Porsche AG. “Queste condizioni straordinarie costituiscono per l’intera industria automobilistica una risorsa preziosa per testare le vetture in modo efficiente” mentre Malte Radmann, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Porsche Engineering Group ha a sua volta affermato che “L’area di test e prova offre ai nostri clienti, sin d’ora, una gamma completa di servizi di sperimentazione, ma questo non è tutto: per i prossimi anni abbiamo progetti ambiziosi di ampliamento e rinnovamento del centro, in modo da poter soddisfare anche gli standard di sviluppo futuri“.
Nardò deve la sua leggendaria fama anche alla posizione isolata, alle severe misure di segretezza che ne caratterizzano l’attività (e non potrebbe essere diversamente visto che qui le Case collaudano prototipi il cui aspetto e le cui caratteristiche e prestazioni debbono rimanere segreti) ed alla possibilità di riprodurre le più diverse condizioni climatiche e di fondo come piste off-road africane o carreggiate bagnate anche in giornate soleggiate; in altre parole a Nardò in poche settimane si riescono ad eseguire una grande quantità di test di tipologia diversa nello stesso luogo evitando così lunghi spostamenti (e relativi costi) dall’una all’altra parte del mondo necessari per le forniture e gli elevati costi di trasporto,
Il Nardò Technical Center ha scritto la storia anche per il suo anello che, con un diametro di quattro chilometri e una lunghezza di 12,6 chilometri, continua anche oggi ad essere considerato la pista circolare per auto più veloce al mondo ed infatti per diversi costruttori automobilistici continua a costituire la base di numerosi record. A cominciare dalla Mercedes-Benz che qui, con la C111-IV, nel 1979, superò per la prima volta il limite dei 400 km/h raggiungendo una velocità di 403,978 km/h. Nel 1980, la ARVW (Aero-dynamik Research Volkswagen) ottenne ben sei record di categoria e due record mondiali di velocità.
Nel 1982, una Porsche 928 S si aggiudicò il record delle 24 ore percorrendo 6.033 chilometri ad una velocità media di 251,4 km/h che venne 10 anni dopo surclassato da un’altra 928 GTS, di serie di un team privato austriaco che percorse in 24 ore 6.377,25 chilometri ad una velocità media di 265,72 km/h.
Si dovette arrivare al 2002 per vedere quel record battuto dal concept car Volkswagen «W12 Nardò», che finora detiene sette record mondiali, tra cui il record sulla distanza e di velocità in 24 ore con 7.740,576 chilometri percorsi ad una velocità media di 322,891 km/h.
[ Giovanni Notaro ]