Ma davvero il filetto di merluzzo che compriamo è merluzzo? Per dare una
risposta concreta è stato sottoscritto, presso la sede della
Direzione Generale della Pesca e dell’Acquacoltura del Ministero delle
politiche agricole alimentari e forestali, un importante accordo tra il
Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera e
l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe).
Il protocollo d’intesa stabilisce una stretta collaborazione e cooperazione
fra i due Enti i cui compiti istituzionali riguardano, tra gli altri, le
problematiche legate alla tutela del consumatore, in particolare nel settore
della tracciabilità, della sicurezza alimentare e di contrasto delle frodi
in commercio per sostituzione di specie nel settore ittico.
Nello specifico obiettivo primario è la messa a punto di protocolli
analitici per l’identificazione di specie ittiche tramite prove di
isoelettrofocalizzazione (IEF) e di biologia molecolare (PCR) – metodologie
innovative che rendono possibile il riconoscimento delle stesse anche quando
sono commercializzate in tranci e filetti e dunque poco riconoscibili –
metodiche fondamentali per il contrasto alle frodi in commercio.
Altri obiettivi non meno rilevanti, la realizzazione di un percorso
formativo a favore del personale del Corpo delle Capitanerie di porto –
Guardia Costiera e l’attività di divulgazione presso gli operatori addetti
al controllo.
Al progetto parteciperà anche Valentina Tepedino di Eurofishmarket – medico veterinario tra i massimi esperti nel settore – responsabile di questo nuovo metodo di identificazione del contrasto alle frodi alimentari.