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Aeronautica Militare: ruolo strategico d’eccellenza

Nell’intervista al Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, gen. di Squadra Aerea Pasquale Preziosa, il ruolo cardine e le capacità eccellenti di una Forza Armata chiamata alla difesa del Paese in un sempre più complesso contesto socio-economico internazionale. Flessibilità e lungimiranza filtrati attraverso il culto della preparazione e della professionalità, rendono l’A.M. eccellente baluardo nazionale, ma anche inaspettato, efficace, volano dell’economia

Il gen. di squadra aerea Pasquale Preziosa

Il gen. di Squadra Aerea Pasquale Preziosa

Generale Preziosa, quali ritiene debbano essere gli elementi qualificanti di un dispositivo moderno ed efficiente in campo aeronautico? Pro e contro nel sistema italiano.

L’Aeronautica Militare fornisce al nostro Paese il proprio contributo attraverso un servizio espletato senza soluzione di continuità spazio-temporale, in un momento caratterizzato da un’incertezza crescente del contesto socio-politico, da una costante contrazione delle risorse economiche disponibili e da uno scenario operativo sempre più complesso, incerto, volatile ed ambiguo. L’elemento qualificante, in tale contesto, diventa la capacità di sapersi adattare alla dinamica mutevolezza del contesto geostrategico contemporaneo per rimanere rilevanti, ricercando maggiori livelli di efficienza e di flessibilità.

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Se da un lato tale approccio apporta indubbi vantaggi, dall’altro comporta delle difficoltà che sono legate alla criticità delle scelte che si debbono operare; in particolare, nella gestione dello strumento aerospaziale appare evidente la necessità di reindirizzare le risorse sui settori cardine dell’organizzazione mantenendo su questi la maggiore continuità possibile. 

A.M. nel quadro del modello italiano di difesa: come si colloca l’Italia nella correlazione «Stato-arma aerea» in quanto a dotazioni, finanziamenti, strutture, anche nei confronti delle realtà aeronautiche dei principali paesi della UE e nel quadro della Nato? E quali sono i punti su cui l’Aeronautica chiede al Governo un rafforzamento del suo ruolo e delle risorse?

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L’Aeronautica Militare esprime delle peculiari eccellenze che mette a servizio dello Strumento Militare Nazionale, in un’ottica interforze e multinazionale (NATO e Unione Europea). In termini di strategie di rinnovamento e adeguamento, l’Italia condivide gli stessi criteri dei principali partner europei: sostenibilità, credibilità, proiettabilità e interoperabilità.

Operativamente, l’attenzione della Forza Armata è focalizzata a esprimere un Potere Aereo-Spaziale efficacemente impiegabile. Tale «potere», al servizio della sicurezza e della difesa del Paese e dei suoi cittadini, genera effetti rilevanti solo se è bilanciato nelle sue componenti. Per questo motivo l’Aeronautica Militare sta cercando di preservare le cosiddette capacità operative fondamentali, in un contesto socio-economico complesso. Al riguardo è bene evidenziare come l’investimento nell’aerospazio non vada visto solo come una spesa fine a se stessa: vari studi internazionali, infatti, sottolineano come tale investimento agisca in realtà da volano, in termini di crescita, per l’economia di un Paese.

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In ambito Europeo e NATO vi sono molte iniziative, tra cui il «Pooling&Sharing» e la «Smart Defence», che hanno l’obiettivo di condividere e sviluppare capacità in modo congiunto, sia per creare economie di scala sia per raggiungere una massa critica che permetta investimenti mirati, al di fuori della portata delle singole Nazioni. L’Italia sta facendo molto, ad esempio, con la prossima adesione all’EATC (European Air Transport Command) dove gli assetti da trasporto aereo e rifornimento in volo dell’A.M. saranno condivisi vicendevolmente con altri Paesi tra cui la Francia, la Germania, la Spagna ecc. 

Lo scenario internazionale che muta continuamente, il riaffacciarsi di nuove possibili minacce alla stabilità e alla pacifica cooperazione, come in Ucraina e Medio Oriente, condizionano anche le scelte e le decisioni strategiche in tema di politiche della difesa. Quali sono le nuove priorità dell’A.M. in relazione a queste dinamiche?

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È da anni che si sta parlando, a vari livelli, soprattutto al di fuori della Difesa, di come sta evolvendo il mondo. Si concorda ormai sul fatto che sarà sempre più multipolare, multimodale, instabile e globalizzato: in una parola sola complesso. I mutamenti repentini e le difficoltà di previsione sono caratteristiche tipiche della complessità. Ci dobbiamo abituare e riscoprire le nostre doti di flessibilità e resilienza, che sono caratteristiche tipicamente umane. Non è facile, e non lo sarà neanche in futuro, perché c’è bisogno di scelte consapevoli e lungimiranti. La missione dell’A.M. e le sue priorità non cambiano: garantire la sicurezza e la difesa dei suoi cittadini, soprattutto da minacce provenienti dall’ambiente aereo, che purtroppo sono in fortissima espansione. Ma in Italia abbiamo un sistema consolidato, efficace, integrato nella NATO, che opera senza soluzione di continuità e in ogni condizione. Il nostro compito è mantenerlo efficiente e «in prontezza». 

Come concilia l’Aeronautica Militare il duplice obiettivo di mantenere alte le capacità operative militari a difesa del Paese e di garantire attività di controllo, soccorso e operazioni di peace keeping in diverse aree del mondo?

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È una sfida che va affrontata ogni giorno, con pazienza, per cercare di valorizzare continuamente gli investimenti. Come detto in precedenza, bisogna investire sulle capacità cardine, sul nostro core business, ed essere flessibili, cioè adattabili. In termini di risorse, si parla oramai di «paradosso del Potere Aereo», anche in ambito NATO. I decisori politici, da un lato tendono sempre più a utilizzare il Potere Aereo, anche per la spiccata funzione duale, dall’altro sono restii a investire o assegnare risorse ad hoc. Soprattutto in campo diplomatico il Potere Aereo è estremamente efficace perché permette il controllo dell’escalation: è, infatti, graduabile e reversibile. È uno strumento indispensabile nel crisis management e di crisi, purtroppo, ce ne sono molte, troppe. Ma per essere efficace deve essere credibile. Se le risorse assegnate scendono al di sotto della «soglia critica» si rischia l’irrilevanza e l’inutilità. Il cosiddetto Libro Bianco serve a questo; bilanciare livello di ambizione nazionale e risorse.

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Quali sono le attività di cooperazione all’estero che vi hanno dato maggiore gratificazione? Quali sono gli apprezzamenti rivolti dalle aviazioni estere all’A.M.?

Tra le cooperazioni con le Forze Aeree estere che sono risultate di maggiore interesse ci sono indubbiamente, per esempio, le attività legate all’addestramento al volo, che l’A.M. esprime con un elevato apprezzato e grado di eccellenza e nei confronti del quale un numero crescente di Aeronautiche straniere (europee e non) stanno dimostrando serio interesse. Particolare interesse stanno suscitando, in questo settore, i nuovi iter addestrativi al volo (IPTS-2020) che l’A.M. ha iniziato ad implementare da quest’anno e che porterà a regime indicativamente nel 2020, così come il phase-in attuale e prossimo futuro dei nuovi «Trainer» che andranno ad equipaggiare i Reparti di Volo addestrativi della Forza Armata, proiettata a formare Piloti Militari da impiegare su aeromobili di 4a e 5a generazione, con una forte attenzione al contenimento dei costi necessari per ottenere il prodotto finito, ovvero il Pilota «Combat Ready». La riconosciuta eccellenza della qualità dell’addestramento erogato dall’A.M. si è concretizzata con la partecipazione crescente di personale straniero (Allievi Piloti) alla formazione svolta presso la base aerea di Lecce-Galatina, sede del 61° Stormo.

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Anche l’addestramento di competenza delle OCU (Operational Convertion Unit) su taluni assetti di volo che l’A.M. ha in comune con alcune Aeronautiche straniere (tipo C-130J e C-27J) ha riscosso enorme interesse, concretizzandosi con l’invio di personale navigante straniero presso l’International Training Centre (ITC) situato presso la base aerea di Pisa, sede della 46a Brigata Aerea.

Un altro settore di cooperazione recente con altri Paesi è quello dell’impiego degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR), che l’A.M. sta attuando oramai da un decennio e che ha evidenziato a numerose Forze Aeree estere la indiscussa eccellente capacità di settore acquisita dal personale in azzurro.

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Ciò ha condotto numerose Forze Aeree straniere a chiedere informazioni per poter replicare in proprio o sviluppare sinergie e forme di cooperazione oppure di operare a «casa loro» con tali assetti di volo, ricercando le complesse implementazioni (normative ed operative) che l’A.M. ha fortemente voluto, concepito, sviluppato ed implementato per un «safe dual use» dello Spazio Aereo, soprattutto nell’ambito delle homeland activity operative ed addestrative.

La percezione dell’A.M. da parte della collettività. Come avvertite la vicinanza degli Italiani verso l’Aeronautica e le sue attività? Come si è evoluto il ruolo delle Frecce Tricolori, suggestiva emozionante «avanguardia» nell’immaginario collettivo?

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Il coinvolgimento delle Forze Armate italiane e dell’Aeronautica Militare in contesti internazionali spesso turbolenti, ha permesso al cittadino di conoscerci meglio, anche grazie alla ribalta favorita dai new media.

La gente ha sempre maggiore coscienza che, in ogni momento della sua giornata, donne e uomini dell’Aeronautica Militare sono al lavoro per garantire la sicurezza del Paese e la difesa degli interessi nazionali, in Italia ed all’estero. Con la conoscenza è aumentato anche l’apprezzamento verso la nostra istituzione.

Da anni l’Aeronautica Militare ha messo il cittadino al centro delle proprie attività, associando ai compiti primari legati alla sicurezza l’impiego delle sue capacità a connotazione duale, a totale beneficio della comunità. Mi riferisco, ad esempio, alle capacità di ricerca e soccorso in mare o in montagna, al trasporto sanitario d’urgenza, agli interventi in caso di pubbliche calamità, fino ad arrivare alle capacità di trasporto aereo in condizione di biocontenimento di pazienti infetti.

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La vicinanza della gente non è solo «percepita», ma è stata recentemente «misurata», come testimoniato dal Rapporto Italia 2014 dell’EURISPES. Anche quest’anno l’Aeronautica Militare si attesta sui gradini più alti. Non c’è ombra di dubbio che il Paese veda nell’Aeronautica Militare uno dei punti di riferimento istituzionali più solidi per il cittadino.

Uno dei simboli dell’Aeronautica, nei confronti dei quali è evidente la vicinanza della gente, anche e soprattutto dal punto di vista emotivo, è sicuramente costituito dalla Frecce Tricolori, divenute per tutti sintesi delle capacità e della grinta che rendono unici noi italiani.

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Le Frecce Tricolori, nei loro 55 anni di storia, si sono evolute profondamente dal punto di vista addestrativo, operativo e tecnologico, con un occhio rivolto alle loro finalità promozionali per il sistema Paese. Oltre a farci sognare con le sue evoluzioni, la Pattuglia Acrobatica Nazionale è oramai consacrata quale vero e proprio Ambasciatore dell’Italia nel mondo: esempio dell’operosità, dell’ingegno e della tecnologia avanzata che distingue il made in Italy e la Forza Armata che ne esporta l’immagine. 

Qual è il programma di sostituzione di medio e lungo periodo dei velivoli in dotazione all’A.M.I.?

Gli scenari di riferimento da cui discendono i requisiti operativi sono in continua evoluzione, rendendo necessario il continuo aggiornamento tecnologico dello strumento militare. Da ciò deriva il programma di sostituzione nel medio e lungo termine dei velivoli dell’Aeronautica Militare, i cui assetti possono essere ricondotti a quattro diverse categorie: la componente aerotattica, quella addestrativa, quella ad ala rotante e, infine, i velivoli a pilotaggio remoto.

Per la prima, l’F-35 Joint Strike Fighter rappresenta la nuova generazione di velivoli caratterizzati da bassa osservabilità, sia radar sia elettro-ottica, e sistemi avionici che lo rendono un avanzatissimo centro di acquisizione, analisi e distribuzione di informazioni, un «velivolo di 5a generazione» che concentra più missioni operative in un unico sistema

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L’Aeronautica Militare acquisirà due versioni: la versione F-35A, definita «CTOL», ovvero a decollo e atterraggio convenzionale, che ottimizza tutte le prestazioni del velivolo e la versione F-35B, definita «STOVL», ovvero a decollo e atterraggio breve o, in funzione delle esigenze, anche verticale. Tale versione, al prezzo di una parziale limitazione nel carico utile, offre sensibili vantaggi tattici, in particolare la possibilità di operare in piena sicurezza da piste a terra molto più corte di quelle necessarie per i velivoli convenzionali.

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Per la componente addestrativa, così come per la componente aerotattica, la particolare situazione di bilancio impone che vengano ricercate soluzioni atte ad assicurare il necessario output operativo con un dispendio minimo di risorse. I sistemi addestrativi attualmente in servizio al mondo risultano ormai solo marginalmente adeguati a svolgere il loro compito a fronte di nuovi requisiti e, pertanto, a parziale compensazione, si rende necessaria una maggiore attività di volo nei Reparti di conversione operativa (OCU/CAE) con significativo incremento dei costi di gestione. La Forza Armata sta acquisendo velivoli addestratori di nuova concezione che permetteranno una gestione più efficace e, tra l’altro, saranno adeguati a programmi di addestramento per i velivoli di quinta generazione su cui gli equipaggi saranno impiegati. Sono allo studio, inoltre, soluzioni che vedono l’impiego di piattaforme da acquisire in «leasing», ovvero acquistando il servizio secondo la formula «power by the hour».

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In particolare, per il velivolo «MB339», che sta raggiungendo i limiti operativi della macchina, è stata prodotta un’esigenza per la sua sostituzione, attraverso lo sviluppo del nuovo velivolo Alenia Aermacchi M345.

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È ormai già acquisito invece il sistema di addestramento «T346» che verrà impiegato per lo svolgimento della fase IV dell’addestramento. L’attività non sarà riservata ai soli piloti italiani ma estesa anche ad altre nazioni nell’ambito di cooperazioni internazionali. È allo studio, infine, la fattibilità di acquisire, con la succitata formula «power by the hour», una piattaforma cosiddetta «low cost» per l’addestramento fase III degli equipaggi destinati ai velivoli plurimotore.

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Per ciò che riguarda le linee ad ala rotante, con la dismissione dell’elicottero HH-3F il ruolo SAR è attualmente svolto dall’AgustaWestland HH-139, acquisito quale soluzione ponte in attesa dell’entrata in servizio di un elicottero con capacità più confacenti ad un utilizzatore militare. Tale assetto dovrà soddisfare l’esigenza EMAM (Elicottero Medio per l’Aeronautica Militare) sia in termini di performance che di consistenza della flotta e copertura territoriale. Attualmente sta prendendo forma una strategia per l’acquisizione di un elicottero di categoria media, che affiancherà l’HH-101 (heavy), di imminente ingresso in servizio, e sostituirà l’HH-139.

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Per concludere, la flotta dei velivoli a pilotaggio remoto in dotazione all’A.M. assolve pienamente ai compiti di istituto. Tuttavia, la Forza Armata, sulla scorta della profonda esperienza maturata nel settore, anche in contesti internazionali, sta supportando l’industria nazionale nello sviluppo e sperimentazione di nuove tecnologie che consentiranno una maggiore competitività delle nostre imprese e garantendo, in futuro, la partecipazione a nuovi programmi in ambito Europeo/NATO.

In ambito NATO, l’Aeronautica Militare partecipa al programma Allied Ground Surveillance (AGS) che fornirà all’Alleanza una capacità di sorveglianza aerea estesa e persistente. In linea con i moderni requisiti di Intelligence, Surveillance e Reconnaissance (ISR), l’AGS fornirà un quadro preciso della situazione operativa tramite la disponibilità continuativa di informazioni dettagliate del territorio ottenute mediante una tecnologia radar e di trasmissione dati a banda larga che consente di acquisire, trattare e disseminare sia immagini statiche che dinamiche. La selezione dell’aeroporto A.M. di Sigonella quale Main Operating Base (MOB) della flotta AGS consentirà di centralizzare le attività di raccolta, elaborazione e disseminazione delle informazioni, trasformando la Base siciliana in un centro di vitale importanza e di riferimento assoluto per le attività di surveillance dell’area mediterranea.

Qual è la Sua opinione in merito alla polemica sorta sull’acquisto degli F-35 statunitensi considerando i costi e i tagli che hanno colpito, con la spending review, anche il settore della Difesa? Cosa risponde a chi sostiene che il ruolo di questo sistema d’arma può essere svolto dall’Eurofighter?

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Lo strumento militare, nelle sue diverse componenti, rappresenta le capacità che l’Autorità politica realizza per soddisfare il livello di ambizione che il Paese vuole esprimere in ambito europeo ed internazionale. L’F-35 risponde, anche secondo quanto stabilito dai recenti passaggi parlamentari, alle caratteristiche operative necessarie per affrontare gli scenari futuri, ad oggi prevedibili, nello scenario di interesse della Nazione.

L’Eurofighter, negli anni post-2020, non potrà essere impiegato da solo in scenari complessi, non permissivi ed ad alta intensità, semplicemente perché potrebbe non essere in grado di assicurare il compimento di operazioni di coalizione con il necessario grado di interoperabilità o adeguate garanzie di sopravvivenza. Le minacce ipotizzabili richiedono necessariamente il mantenimento di un vantaggio capacitivo nell’utilizzo dello strumento aereo-spaziale, che si poggia sull’impiego di nuove tecnologie implementate sui velivoli di 5a generazione. Elementi come la bassa osservabilità, associata alla capacità di fusione e distribuzione delle informazioni, costituiscono la base per un impiego strategico delle forze aeree che permetta di affrontare situazioni di crisi con adeguate possibilità di successo.

Per mantenere un contributo attivo, rilevante e di primo piano, coerente con il ruolo del nostro Paese nella NATO ed in seno a compagini multinazionali, risulta pertanto assolutamente indispensabile l’avere a disposizione assetti di 5a generazione.

Tali velivoli costituiscono inoltre un benchmark in termini di interoperabilità, soprattutto nel campo della resilienza e della sicurezza in scenari degradati, anche da un punto di vista elettronico. Poter operare con il «JSF», specialmente nelle fasi iniziali di una campagna aerea con presupposti di minacce elevate, è sinonimo di rischi inferiori per la sopravvivenza degli assetti stessi e per la sicurezza degli equipaggi; l’utilizzo di velivoli di 4a generazione (quale Eurofighter) comporterebbe un rischio operativo medio negli scenari sinora conosciuti, ma esporrebbe a rischi operativi non accettabili in scenari più complessi, limitando il ventaglio di opzioni militari disponibili.

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In sintesi, l’Eurofighter può essere visto come un assetto integrativo al «JSF», soprattutto in termini numerici nelle fasi stabilizzate delle crisi complesse, ma non come un assetto in grado di sostituirlo, sia per problematiche di sopravvivenza che di interoperabilità con i maggiori partner Alleati.

Infine, l’Eurofighter si appresta oggi ad entrare nella maturità della sua vita operativa, mentre l’F-35 è destinato a restare in servizio fino alla soglia del 2050.

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In che modo l’Aeronautica Militare può rappresentare una prospettiva di qualificazione professionale per i giovani? Quali iniziative esistono in questo ambito e quali sono i percorsi possibili per chi ne ha interesse?

L’A.M., in linea con i mezzi e gli apparati tecnologicamente avanzati in dotazione, qualifica da sempre il proprio personale attraverso percorsi professionali di alta specializzazione con contenuti tecnico-operativi finalizzati a sostenere adeguatamente tutte le sfide che è chiamata ad affrontare, in patria e fuori i confini nazionali. Tale obiettivo è stato perseguito sin dalla fondazione, tenendo anche conto che la tipologia di personale impiegato nei vari settori è stata sempre in maggior parte rappresentata da professionisti altamente qualificati, anche ai tempi del servizio di leva.

L’Aeronautica Militare, in virtù del suo investimento nel campo della formazione, è in grado di offrire un ampio ventaglio di scelte ed opportunità professionali di pregio. Tra le eccellenze conseguite, si può menzionare sicuramente l’esempio degli Astronauti italiani, di cui ben quattro (Cheli, Vittori, Parmitano, Cristoforetti) provengono dall’Arma azzurra.

AME_3728Oggi i percorsi professionali del personale A.M. sono in continuo mutamento per recepire tutte le possibili evoluzioni tecnologiche, geopolitiche, militari che si susseguono sempre più rapidamente. In particolare le capacità sviluppate dall’A.M., oltre al puro esercizio del volo che ne è il core business, interessano molteplici settori. Nel campo dell’informatica la difesa dalla minaccia cibernetica ha imposto la priorità di garantire elevati standard di sicurezza a tutti i livelli della catena di Comando e Controllo. Nel settore delle Forze di Superficie e delle Operazioni speciali vanno senza dubbio evidenziate le consolidate capacità dell’Aeronautica Militare di confrontarsi in tutti i teatri internazionali grazie alla preparazione dei Fucilieri dell’Aria e degli Incursori. Inoltre la Forza Armata ha acquisito una spiccata leadership nel settore degli Aeromobili a Pilotaggio Remoto, attraverso la preparazione di piloti e tecnici altamente specializzati.

AME_3803Va inoltre evidenziata la consolidata capacità della Forza Armata di operare nei settori tradizionalmente affidati alla leadership aeronautica, sia per compito istituzionale sia per l’abilità e la competenza che la A.M. ha dimostrato nel corso della sua storia, quali il controllo dello spazio aereo nazionale, assicurato senza soluzione di continuità, oppure le professioni legate alla meteorologia aeronautica, che rappresentano da sempre una capacità dell’Aeronautica Militare, anche in termini di ricerca.

Altro esempio da portare all’attenzione sono le professioni che, mutuate dal mondo civile, trovano peculiare sviluppo in quello militare aeronautico. In tale ambito sono di primissima eccellenza i settori dell’ingegneria e della medicina aerospaziale. Le professionalità legate a tali settori sono frutto di una lunga e profonda preparazione che inizia con gli studi in Accademia e passa attraverso una formazione continua in peculiari aree specialistiche quali, ad esempio, il settore spaziale e la medicina d’urgenza, quest’ultimo soprattutto in contesti critici anche a rischio di contagio.

AMG_2939Inoltre, come ulteriore esempio, va sottolineato un aspetto non sempre messo in primo piano come la manutenzione degli aeromobili. Infatti, l’efficienza operativa della Forza Armata è garantita da un sistema complesso di uomini e mezzi in cui il pilota è un elemento centrale, necessario ma non sufficiente per adempiere alla missione che la nazione assegna all’Aeronautica. Il sistema manutentivo assume quindi un ruolo decisivo per assicurare con continuità le capacità e la prontezza dello strumento aerospaziale. In tal senso la preparazione professionale del personale impegnato nella manutenzione deve essere sempre aderente all’evoluzione tecnologica e normativa nel settore.

Tony Colomba

 Biografia: Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa 

gen. Preziosa

Il Generale Pasquale Preziosa è nato a Bisceglie (BA) il 21 marzo 1953. Si è arruolato in Aeronautica nel 1971 con il corso «Marte III» dell’Accademia Aeronautica.

Nel 1972 ha conseguito il brevetto di pilota d’aeroplano sul velivolo «P.148» e nel 1976 di pilota militare sul velivolo «G.91T».

Dopo l’abilitazione sul velivolo «F-104» è assegnato, nel 1977, al 156° Gruppo del 36° Stormo in qualità di pilota caccia bombardiere.

Durante il periodo di assegnazione al 36° Stormo ha comandato la 382ª e successivamente la 384ª squadriglia del 156° Gruppo.

Ha frequentato, presso la Scuola di Guerra Aerea di Firenze, il corso Normale, Superiore e Sicurezza Volo.

Nel 1982 si è qualificato istruttore di volo su Aviogetti e nel 1983 si è qualificato istruttore di volo sul velivolo «Tornado» presso la base inglese di Cottesmore.

Dal 1985 all’agosto 1987, ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Operazioni del 36° Stormo e, dall’agosto 1987 al settembre 1988, ha ricoperto l’incarico di Comandante del 156° Gruppo del 36° Stormo.

Nel periodo luglio 1989-gennaio 1992 ha svolto l’incarico di Aiutante di Volo e Capo Segreteria Particolare del Generale di S.A. Giorgio Santucci e del Generale di S.A. Adelchi Pillinini, entrambi Comandanti della 2ª Regione Aerea.

Promosso Colonnello nel dicembre 1991, è stato successivamente assegnato allo Stato Maggiore dell’Aeronautica in qualità di Capo della 2ª Sezione dell’Ufficio Pianificazione Generale Programmazione e Bilancio.

Nel 1993 ha frequentato il «Defense Resources Management Course» negli Stati Uniti d’America.

Dal 12 settembre 1994 al 9 settembre 1996 ha ricoperto l’incarico di Comandante del 36° Stormo.

Dal settembre 1996 al 31 ottobre 1997 ha assolto l’incarico di Capo del 2° Ufficio dell’Ufficio Pianificazione Generale Programmazione e Bilancio dello SMA svolgendo contestualmente dal maggio 1997 l’incarico di Capo dell’Ufficio Pianificazione Generale Programmazione e Bilancio dello SMA in Sede Vacante.

Dal 1° novembre 1997 al 23 luglio 1998 ha espletato l’incarico di Capo del 2° Ufficio del Reparto Pianificazione Generale dello SMA e dal luglio all’ottobre 1998 quello di vice-Capo del citato Reparto.

Dall’ottobre 1998 all’agosto ’99 ha frequentato la 50ª Sessione dello IASD.

Il 1° gennaio 1999 è stato promosso Generale di Brigata Aerea e, dal 23 agosto 1999 al 3 dicembre 2001, ha ricoperto l’incarico di Capo dell’Ufficio del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.

Il 4 dicembre 2001 ha assunto l’incarico di vice-Capo Reparto del 3° Reparto dello SMA e, nel periodo dal 15 giugno 2002 al 30 luglio 2002, ha operato presso la cellula di risposta «Enduring Freedom» in Tampa (USA) con l’incarico di «Italian Senior National Representative».

Il 30 agosto 2003 ha assunto l’incarico di Addetto per la Difesa e la Cooperazione per la Difesa in Washington D.C.. Il 1° gennaio 2005 è stato promosso al grado di Generale di Divisione Aerea.

Dall’11 settembre 2006 al 14 febbraio 2008 ha ricoperto l’incarico di Capo Ufficio Generale Pianificazione Programmazione e Bilancio dello Stato Maggiore Difesa.

Dal 15 febbraio 2008 al 4 ottobre 2009 ha ricoperto l’incarico di Capo del III Reparto dello Stato Maggiore Difesa.

Dal 5 ottobre 2009 è a disposizione del Capo di Stato Maggiore AM per incarichi particolari.

Il 22 giugno 2009 è stato promosso Generale di Squadra Aerea.

Dal 21 aprile 2010 al 5 dicembre 2011 ha ricoperto l’incarico di Comandante delle Scuole AM/3ª Regione Aerea.

Dal 6 dicembre 2011 al 24 febbraio 2013 ha ricoperto l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa.

Ha al suo attivo oltre 2.300 ore di volo, partecipando alle operazioni aeree in Bosnia sul velivolo «Tornado».

Egli è, inoltre, laureato in Scienze Diplomatiche Internazionali e in Scienze Aeronautiche.

Dal 1978 è sposato con la Signora Elisabetta ed ha due figlie: Stefania e Roberta.

Dal 25 febbraio 2013 ha assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica.

Il gen. Preziosa è insignito delle seguenti onorificenze/decorazioni:

  • Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
  • Medaglia Mauriziana al merito di dieci lustri di carriera militare.
  • Medaglia Aeronautica d’Oro di lunga navigazione.
  • Croce d’Oro con stelletta per Anzianità di Servizio.
  • Medaglia NATO per il servizio prestato nella ex-Yugoslavia e nel Kosovo.
  • Medaglia «Legion of Merit» conferita dal Presidente degli Stati Uniti d’America.
  • Medaglia d’Oro delle Aquile di Primo Grado della Repubblica di Albania.
  • Ufficiale dell’Ordine della «Lègion d’Honneur» della Repubblica Francese.
  • Medaglia «Fe en la Causa» (Fede nella Causa) del Ministero della Difesa della Colombia.
  • Grande Ufficiale dell’«Ordem do Mérito Aeronàutico» (Ordine al Merito dell’Aeronautica) conferita dal Presidente della Repubblica Federativa del Brasile.
  • Palma d’Oro di Gerusalemme dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.
  • Distintivo d’Onore di appartenenza all’Ufficio di diretta collaborazione del Ministro della Difesa.
  • Nastrino di merito per il servizio prestato allo Stato Maggiore Difesa.