Ecco cosa verificare, e come, se si ha intenzione di comprare una moto da Enduro o motocross usata a due o quattro tempi
Fidarsi è bene non fidarsi è meglio! Acquistare un moto usata da un privato può farci risparmiare parecchio, ma se non si prendono – preventivamente – le opportune precauzioni i soldi risparmiati saranno una piccola parte di quelli che dovremo poi spendere.
Di conseguenza, la prima e più importante cosa da fare è il controllo preventivo: se non siete esperti in quanto siete alla vostra prima enduro-cross, o se non vi ritenete in grado di identificare eventuali problemi, cercate un amico o un conoscente fidato disposto (e in grado) di provarla per voi.
La manutenzione
Una buona moto è sinonimo di buona manutenzione! In un 2T la prima cosa da controllare è lo stato di usura e di ingrassamento della catena e la pulizia ed oliatura del filtro.
Quindi, occorre verificare che le forcelle non presentino steli rigati e che i loro paraoli siano in piena efficienza.
Per terminare questa prima fase, dovrete controllare, aprendo il tappo del radiatore, che non manchi acqua.
Queste prime «indagini», sebbene non siano le più importanti, saranno quelle che vi permetteranno di capire come e quanto è stata utilizzata la moto.
Un buon riscontro potrebbero anche essere i tagliandi presso la concessionaria, anche se rari per gli esemplari datati.
La sicurezza
Passiamo ora ai test del telaio: occorre verificare che questo non sia storto e che i radiatori e la pancia non siano né piegati né bucati.
Da controllare anche l’usura delle plastiche, dei dischi e relative pasticche, lo stato dei cuscinetti della ruota anteriore, posteriore e di sterzo, nonché lo stato di usura degli ammortizzatori.
Lo stato di usura della catena e del pignone è rilevabile da una eventuale curvatura anomala dei denti, mentre la catena non ingrassata o usurata tende a perdere di rigidità e ad allungarsi: un’eventuale rottura della catena può rovinare e/o rompere il carter della frizione e non ultimo farci rimanere in mezzo alla montagna…
Effettuati questi test, arriva il turno del propulsore, forse l’analisi più difficile da fare poiché serve quanto meno un minimo di esperienza.
Per prima cosa, occorre osservare lo stato esterno del motore, verificando eventuali viti lente e la presenza di perdite d’olio o di acqua mentre il grado di pulizia del filtro e della sua scatola ci diranno come ha «respirato» il motore. Altro controllo da fare è quello relativo ai carter di frizione e cambio: la presenza di numerosi graffi denuncia un’eccessiva usura della moto.
A questo punto prima di dare contatto, assicuriamoci che la miscela sia scesa perché è molto importante che il motore parta ai primi colpi di pedalina: più questa è dura nella fase di discesa più il motore è compresso e quindi in buone condizioni; questo ci farà capire lo stato del pistone, delle fasce e del cilindro. Una volta in temperatura, il propulsore deve mantenere costantemente il minimo senza spegnersi, e produrre la giusta quantità di gas di scarico poiché proprio questo ci rivelerà lo stato interno del motore.
La prova dei fatti
Casco allacciato, proviamo la moto, verifichiamo che il cambio prenda tutte le marce correttamente, che non ci sia aria nell’impianto frenante (meglio controllare prima…), ed infine una corretta erogazione, a bassi e alti regimi; tutto questo serve per rendersi conto che il motore giri bene e che sospensioni, telaio e ciclistica in generale funzionino a dovere.
Un’attenzione particolare va dedicata ai 4 tempi, che nell’enduro sono una «scoperta» abbastanza recente, più complicati e costosi da mantenere rispetto ai 2 tempi. A nostro parere, è sempre meglio farli vedere da un meccanico esperto, 100 euro prima potrebbero salvarvi poi da spese che potrebbero arrivare a superare i 1.000 euro.
Teniamo presente che una moto che ha gareggiato in competizioni di cross o enduro solitamente è più usurata delle altre, possiamo individuarle da eventuali numeri di riconoscimento sul motore o telaio, punzonature o stato di usura eccessiva della moto.
Corrado Remigi