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Niki Lauda, combattivo in pista e nei cieli

Il tre volte Campione del Mondo di Formula 1 non sarà ricordato solo per le sue vittorie in pista, ma anche per le varie compagnie aeree che ha fondato con l’intento di proporre un’alternativa concorrenziale alla compagnia di bandiera austriaca

 

Nella sua carriera in Formula 1, Niki Lauda vinse per 3 volte il Campionato Mondiale Piloti, nel 1975, 1977 e 1984. Gli ultimi due dopo il terribile incidente al Gran Premio di Germania del 1976 quando la sua Ferrari 312T2 prese fuoco dopo un’uscita da una delle tante insidiose curve della Nordschleife, il «Green Hell» del Nürburgring.

Dopo aver vinto il suo secondo Titolo mondiale, Niki decide di fondare una sua Compagnia aerea con sede a Vienna e nel 1979 nasce la Lauda Air con lo scopo di offrire un’alternativa all’egemonia di Austrian Airlines. L’inizio di questa nuova attività non è stata facile e solo dal 1984 dopo la conquista del suo terzo Titolo Mondiale e il successivo ritiro dalle corse, la compagnia effettua le prime tratte, solo regionali, con dei Fokker F27. Nel 1987 iniziano anche i primi voli charter europei, ma a Austrian Airlanes non andava bene questa concorrenza e allora Lauda nel 1991 fonda la Lauda Air Italia con sede a Milano Malpensa e chiede l’autorizzazione per effettuare voli a lungo raggio verso Bangkok, Hong Kong e Sidney con la nuova flotta di quattro Boeing 767.

Un impegno imprenditoriale che dura da oltre 30 anni

A questo punto la Lauda Air rientra negli interessi di Lufthansa che nel 1993 acquisisce una partecipazione del 26,5%, poi è la volta della stessa Austrian Airlines che nel 1997, forse per paura di restare soffocata dal gigante tedesco, acquisisce una quota consistente che la porta al controllo di Lauda Air, lasciando a Lufthansa il 20% e il 30% a Niki Lauda.

Nel 2000, la crisi economica mondiale con il costo del carburante salito alle stelle e la forza del dollaro, intacca anche Lauda Air che denuncia le prime perdite. Niki Lauda da le dimissioni da Presidente e un anno dopo cede anche le sue quote della compagnia ad Austrian Airlines che a quel punto ne detiene la totale proprietà.

Nel 2005 la Lauda Air Italia viene assorbita dallo holding Livingston Aviation Group e poi nel 2012 la Lauda Air viene assorbita da Austrian Airlines e il marchio Lauda Air scompare.

In questi anni di grande subbuglio che portano alla disgregazione delle sue compagnie, Niki Lauda non sta a subire i vari giochi di potere tra i grandi e nel 2003 si appropria delle infrastrutture della defunta compagnia aerea tedesca Aero Lloyd e crea un’altra compagnia aerea che chiama semplicemente Niki, con la quale si espande rapidamente in Europa anche grazie alla partecipazione societaria del 24% della compagnia tedesca Air Berlin

L’opportunità offerta dalle low cost

I tempi erano cambiati rispetto all’ormai lontano 1987 quando Austrian Airlines aveva visto in Lauda Air una pericolosa concorrente, tanto da aver preferito comprarla. La deregulation della fine degli anni ’90 aveva consentito la nascita di numerose compagnie low cost che proponevano viaggia prezzi stracciati. Nel 2004 Niki Lauda dichiara in una intervista che: “Niki sarebbe stata l’unica compagnia low cost in Austria”.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, almeno fino al 2011 con Air Berlin che detiene il 51% di Niki, la quale però a sua volta è detenuta al 29% da Etihad che poi l’anno successivo acquisisce una partecipazione del 49% in Niki, con il proposito di stabilire una joint venture con l’operatore turistico tedesco TUI.

Purtroppo il progetto è destinato a naufragare in quanto Ethiad decide di non coprire più le perdite di AirBerlin che nel 2017 dichiara fallimento e per una mera questione di giurisdizione territoriale trascina nel baratro anche Niki.

Un carattere indomabile

Ancora una volta Niki Lauda non si arrende e dopo il fallimento, nel 2018 si ricompra Niki che ribattezza Laudamotion. Stavolta è proprio la compagnia leader tra le low cost Ryanair che dimostra interesse per Laudamotion e il CEO Michael O’Leary annuncia che avrebbe acquisito inizialmente una partecipazione del 25% per poi salire al 75%. Una mossa non certo disinteressata, bensì indispensabile per irrompere finalmente nel mercato austriaco finora precluso.

Probabilmente Niki Lauda accusa i primi problemi di salute e da grande calcolatore come è stato anche in pista, già ad agosto 2018 cede per 50 milioni di euro il 75% di Laudamotion a Ryanair che poi il 29 gennaio 2019 dichiara di aver acquisito anche il restante 25% e di fatto di detenere il totale controllo (100%) della compagnia austriaca con l’obiettivo di portare la flotta di Laudamotion a 25 velivoli entro l’estate e oltre 7 milioni di passeggeri entro il 2021.

Visti i problemi causati a Ryanair dal blocco dei Boeing 737 Max, probabilmente questi obiettivi subiranno qualche slittamento, ma Ryanair è una solida realtà e non si intravedono crisi per la compagnia che porta il nome del grande campione di Formula 1.

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[ Paolo Pauletta ]

 

 

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