Il pilota svizzero Engelbert Möll ha esposto al Retromobile di Parigi una parte della sua collezione di oltre 35 vetture con lo Scorpione prodotte dal mago Karl Abarth del quale ricorre nel 2018 i 110 anni dalla sua nascita
Uno scorpione su sfondo rosso e giallo è il logo che identifica la società registrata il 31 marzo 1949 con la sede dell’azienda in Via Trecate 10 a Torino. Lo scorpione venne scelto da Carlo Abarth in riferimento al segno zodiacale della sua nascita, il 15 novembre 1908 a Vienna. E’ curioso sottolineare che sotto lo stesso segno è anche venuto a mancare, il 24 ottobre 1979.
La collezione di Engelbert Möll ha un valore storico e sportivo enorme, un vero tesoro non solo per chi ha vissuto le corse dalla fine degli anni ’50 ai primi anni ’70 e ricorda i memorabili trionfi ed i Mondiali vinti, sia su pista che nelle avvincenti corse in salita, dalle creature di Carlo Abarth. Sviluppate principalmente dalle utilitarie Fiat 500 e 600, dalla nuova sede di Corso Marche a Torino escono le Fiat Abarth 595 e 595 SS, alle quali seguono le 695 e 695 SS. Dalla Fiat 600 realizza la Fiat Abarth 850 TC e poi la 850 Nürburgring, per ricordare il 1°, 2° e 3° posto nella classe Turismo della 850 TC alla 500 km del Nürburgring del 1961. Da ricordare che in quella corsa le Fiat Abarth 1000 si sono piazzate al 1° e 2° posto assoluto.
I successi Abarth nelle corse nelle categorie Turismo, Gran Turismo, Sport e Prototipi, si ripercuotono anche sulle vetture stradali, ma l’ambizione gioca un brutto scherzo a Carlo Abarth che nel 1967 investe molto per lo sviluppo e creazione di un motore che lo portasse ai vertici nella categoria Prototipi e lottare con Ferrari, Porsche e Ford. Si trattava di un 12 cilindri da 6 litri che al banco sviluppava oltre 600 cavalli. Purtroppo, dopo lo smacco subito dalle Ferrari 330 P4 (V12, 4 litri) alla 24 Ore di LeMans ’67 vinta dalle Ford GT40 Mk IV (V8, 7 litri), la FIA senza il dovuto preavviso va a cambiare il regolamento per il Campionato ’68, riducendo cilindri e cilindrata dei Prototipo a V8 da 3 litri. La Ferrari deve accettare suo malgrado quella decisione e si limita a boicottare il Campionato ’68 per ripresentarsi nel ’69 con la 312P, ma per Abarth è un colpo letale che pesa sui bilanci del marchio. Nonostante il successo commerciale della Autobianchi A112 Abarth, nel 1971 Carlo Abarth cede l’azienda alla Fiat. Carlo Abarth aveva 63 anni, ma di certo non voleva chiudere così la sua attività nel mondo dei motori.
[ Paolo Pauletta ]