Nuovo Codice della Strada, Sicurezza stradale e mobilità nei capoluoghi di Regione
Al tradizionale appuntamento di Riva del Garda organizzato dall’ACI in collaborazione con la Provincia di Trento, sono giunte Polizie Locali e delegazioni in rappresentanza di oltre 500 Comuni italiani, nonché il dott. Giuseppe Bisogno, Direttore del Servizio di Polizia stradale del Ministero dell’Interno, Andreas Forster della Polizia di Monaco di Baviera, Gerardo Del Rey della Polizia di Madrid e Muhammad Sultan vice-ispettore generale della Polizia Stradale e Autostradale del Pakistan.
Integrazione automobilistica
Il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, ha evidenziato la valenza del progetto “Ambasciatori della sicurezza stradale” riservato agli stranieri che vivono in Italia, che offre 1.000 corsi di Guida Sicura all’anno e per tre anni, presso l’autodromo di Vallelunga.
Una intuizione dell’ACI per agevolare ulteriormente l’integrazione degli stranieri, che spesso provengono da Paesi nei quali la circolazione e la sicurezza stradale non sono ancora chiaramente percepiti. Una opportunità nata a settembre 2012 e che fino ad oggi ha già nominato oltre 2.000 ambasciatori provenienti da 52 Paesi. A tale proposito è bene ricordare che sono oltre 3 milioni gli stranieri che guidano abitualmente in Italia con 3 milioni di auto e 250.000 moto.
Nel suo intervento, il Comandante della Polizia municipale di Verona, Luigi Altamura, ha evidenziato come nella sua città, l’integrazione automobilistica sia un problema reale. Accanto ai 224mila italiani, ci sono anche 8.670 rumeni, 6.900 cingalesi, 3.800 moldavi, quasi 3.000 nigeriani e oltre 2.000 marocchini, ed altre etnie meno rappresentate. Sarebbe auspicabile la presenza di pattuglie miste, con agenti provenienti dagli altri Paesi comunitari. Molte volte non è semplice spiegare alle 2 di notte ad un rumeno che con un tasso alcolemico di 3,50 non deve più bere e tantomeno guidare. Molti stranieri non hanno ancora compreso il pericolo di guidare sotto l’effetto dell’alcool o di stupefacenti. Un altro problema è rappresentato dai nigeriani che spesso guidano con una patente non convertibile in Italia o peggio, totalmente falsa. Oltre a questo, c’è il problema dell’assenza di copertura assicurativa, con l’esibizione di contrassegni fasulli, problema peraltro già evidenziato dall’ACI in molte occasioni, ma che finora non è stato risolto.
Il problema della guida in stato di ebbrezza è stato evidenziato anche da Andreas Forster, il quale però ha anche detto che in Germania i controlli sono molto diffusi e gli automobilisti sono caratterialmente molto più rispettosi delle norme di circolazione rispetto agli italiani, i quali però quando guidano in Germania diventano molto più prudenti.
Maggiore competenza per maggiore sicurezza
Nel suo intervento Gerardo Del Rey ha riferito come la situazione della circolazione stradale in Spagna sia molto simile a quella italiana e come, per migliorare la sicurezza, sia necessario aumentare le competenze e le capacità dell’automobilista. In primo luogo occorre più rigore nel rilascio delle patenti, bisogna insegnare a guidare per mezzo di corsi specifici, sarebbe una buona idea esportare in Spagna l’idea dei corsi di Guida Sicura per stranieri. Per quanto riguarda il problema della guida con un tasso alcolico superiore al consentito, in Spagna è stato in parte risolto incrementando del 254% gli alcool-test negli ultimi 6 anni, passando da 64.000 a 159.000 controlli. Il risultato è stato molto positivo, con una diminuzione del 17% di persone in stato di ebbrezza coinvolte in incidenti stradali e una riduzione del 22% di incidenti con vittime.
Al Pakistan bandiera nera per gli incidenti mortali
Se i problemi in Europa sono molto simili, ma affrontati con metodi differenti in tema di sicurezza stradale, la situazione in Pakistan è a dir poco tragica. Con una popolazione di 120 milioni di abitanti, lo scorso anno si sono avuti oltre 10.000 morti sulle strade. Questi sono i dati che ha esposto Muhammad Sultan. In Pakistan la causa di morte in seguito ad incidente stradale è al 9° posto, con un costo sociale molto elevato, dall’1 al 3% del PIL. Le cause di questa situazione vanno ricercate nella mancanza di conoscenza e di conseguenza il non rispetto delle regole e delle norme, ma anche la mancanza di collaborazione e coordinamento a livello istituzionale. C’è una distribuzione insufficiente delle risorse sia umane che finanziarie. Manca personale competente per gestire il traffico e professionisti che si occupino di sicurezza stradale. Non c’è uno standard di progettazione di sicurezza per le strade, per esempio sulle autostrade mancano i guardrail e vengono effettuate molte conversioni a “U” che causano morti. Tra le vittime della strada ci sono molti pedoni, ma anche molti motociclisti che non usano il casco e automobilisti senza cintura di sicurezza, nonostante sia previsto dalla legge. Purtroppo però il parco auto in Pakistan è molto vecchio e molte auto non sono dotate di cinture di sicurezza. Un altro problema è la sicurezza dei mezzi pubblici, anche loro molto vecchi e spesso sovraffollati. Poi c’è il problema di soccorso in seguito ad incidente stradale. In Pakistan non ci sono centri di traumatologia, non c’è neanche un servizio di ambulanza che intervenga in caso di incidente, né tantomeno esiste la possibilità di elisoccorso.
A fronte di dati spesso raccapriccianti, dobbiamo riflettere e intervenire. Ben venga, quindi, ogni iniziativa volta a ridurre i morti sulle strade, e l’ACI su questo argomento è da oltre 100 anni in prima linea.
Paolo Pauletta