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Dieselgate all’italiana? FCA non risponde alla convocazione del Ministero dei Trasporti tedesco

Il Dicastero «germanico» adombra l’esistenza di software truccato sulla 500X. FCA sottolinea invece che i suoi veicoli “sono pienamente conformi alle normative UE sulle emissioni in vigore”

Il «Bild am Sonntag», ha scritto che FCA avrebbe montato su alcuni dei suoi motori a gasolio un software programmato in modo da interrompere dopo 22 minuti il processo di riduzione delle emissioni nocive alterando in tal modo i risultati dei test di omologazione.

Sempre secondo «Bild am Sonntag», il Ministero dei Trasporti tedesco avrebbe individuato tale software sulla 500X, avrebbe già inviato la pertinente documentazione alla stessa FCA ed avrebbe adombrato la possibilità di revocare la licenza di vendita in Germania dei modelli (non solo quindi della 500X) su cui è montato tale software.

Una posizione decisamente «esplicita» cui FCA ha replicato, come precisato in apertura, che i suoi veicoli sono pienamente conformi alle normative UE sulle emissioni in vigore senza alcun ulteriore commento sui rumors apparsi sulla stampa tedesca.

D’altra parte si è registrato un recentissimo intervento del Ministro dei Trasporti italiano Graziano Delrio presso il suo omologo tedesco Alexander Dobrindt, in cui il nostro Ministro ha da una parte confermato la disponibilità di FCA a fornire all’Autorità competente informazioni circa le proprie strategie di controllo delle emissioni ma dall’altra ha sottolineato come il confronto sulle emissioni dei veicoli FCA sia materia di pertinenza – “così come previsto dalla direttiva quadro 2007/46/CE” – delle due autorità di omologazione nazionali (per l’Italia il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per la Germania il KBA).

Sempre a questo proposito c’è da dire che il KBA (Kraftfahrt-Bundesamt (*) avrebbe intrattenuto in merito sia la Commissione europea e sia le stesse autorità italiane precisando, sempre secondo «Bild am Sonntag», che i test sarebbero stati effettuati su alcuni propulsori diesel utilizzati per i modelli di fascia media e bassa del gruppo Fiat Chrysler (ma non solo, poiché secondo l’inchiesta, sono stati sollevati dei dubbi anche su parecchi modelli – si parla di una trentina  di altre marche).

La Commissione europea sembrerebbe non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione da parte tedesca ma ha nel contempo ricordato che la responsabilità di rimediare a situazioni non in regola è degli Stati membri in cui l’omologazione è stata concessa: né altri Stati membri né la Commissione possono avviare un richiamo“. Quindi la palla torna ai due stati coinvolti che hannol’obbligo di tenere informata la Commissione e possibilmente sta a quest’ultima facilitare una soluzione in assenza di accordo”.

La vicenda è stata monitorata dagli analisti di Intermonte che al riguardo hanno dichiarato che “in attesa di capire gli sviluppi di questa vicenda FCA potrebbe essere penalizzata dall’incertezza. Tuttavia riteniamo molto improbabile che FCA sia coinvolta in una vicenda simile a quella che ha travolto i vertici di Volkswagen essendo le contestazioni basate sull’utilizzo di strumenti diversi per tipologia e finalità rispetto a quelli utilizzati da Volkswagen”.

Quel che è al momento certo è che queste ipotesi hanno influenzato negativamente l’andamento del titolo FCA. D’altra parte vicende di questo genere hanno sempre fatto la fortuna degli speculatori e ogni voce può influenzare in un senso o nell’altro l’andamento del titolo che in questi ultimi giorni è stato messo sotto pressione ma che oggi appare in netta ripresa con diversi analisti che puntano su una ripresa delle quotazioni basata:

[ Redazione Motori360 ]

 

 

(*) Il KBA (Kraftfahrt-Bundesamt) rilascia omologazioni di veicoli e componenti di veicoli valide in Germania ed in Europa.

Esistono tre ambiti legislativi distinti:

(Fonte: Dekra Italia)

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