Dedicato a tradizionalisti e neofiti del fuoristrada, questo spartano ed essenziale veicolo risulta particolarmente robusto ed affidabile. Costruito in Russia, è in vendita nella Repubblica Ceca a meno di 15.000 euro
È di questi giorni il comunicato da parte del Direttore Generale di UAZ, Alexei Volodin che annuncia l’uscita di produzione della Hunter alla fine del 2015: “Questa decisione è stata presa dall’Azienda dopo aver constatato che ormai è un veicolo obsoleto e sarà sostituito dalla nuova Patriot”.
È vero che la Hunter, erede della «469B», non risponde più alle odierne aspettative di mercato né tantomeno ai dettami delle normative attuali sulle emissioni, ma chi negli anni ’80 praticava il «fuoristrada» e partecipava ai «Raduni 4×4», si ricorda senz’altro che quando non ce la faceva a superare un ostacolo o un guado, spesso si vedeva sorpassare da una inarrestabile UAZ.
Tutti la conoscevano semplicemente con questo nome, quello della fabbrica che la produceva dal 1973, la Ulyanovsky Avtomobilny Zavod con sede nella città di Ulyanovsk a sud-est di Mosca sul fiume Volga, il modello era il «469B». Si trattava della versione civile della «469» destinata alle truppe dell’Armata Rossa e più in generale a tutte quelle del Patto di Varsavia. La progettazione di questo modello iniziò nei primi anni ‘50 per sostituire la GAZ 69, primo veicolo militare leggero prodotto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale nello stabilimento della Gorkovskij Avtomobilnyj Zavod con la collaborazione della americana Ford, ma questa è un’altra storia.
Tanto per ricordare, la UAZ 469 aveva un motore a benzina con 4 cilindri da 2.445 cc e 72 cv per una velocità massima di circa 100 km/h, ma soprattutto aveva l’impianto elettrico schermato ed i ponti a portale che offrivano una luce minima da terra di 300 mm per consentire una capacità di guado di 80 cm. Caratteristiche che consentono ancora oggi di realizzare veicoli «esagerati» da utilizzare prevalentemente sulle sterminate terre innevate della Siberia, recuperando degli esemplari ex militari.
Purtroppo la versione civile «469B» non aveva queste due importanti caratteristiche in quanto sia i ponti che l’impianto elettrico erano di tipo tradizionale e di conseguenza anche le capacità di guado erano inferiori. Ciò nonostante il veicolo aveva capacità fuoristradistiche insospettabili, senz’altro merito della sua robustezza costruttiva. Malgrado le sue doti la UAZ 469B non ha incontrato grande successo, soprattutto tra i giovani che preferivano la più agile Suzuki o le più classiche Land Rover, Jeep CJ, Toyota BJ 40/42 oppure la nazionale Fiat Nuova Campagnola che però non aveva il telaio, elemento molto importante per un veicolo con quella destinazione d’uso. Il costo della «469B» era modesto, inferiore agli altri 4×4, ma per usare una parola attuale, non era «trendy».
Al fine di renderle più appetibili per la clientela, l’importatore italiano dell’epoca aveva pensato anche di sostituire e omologare alcune varianti con motori più prestazionali e affidabili, come il diesel Peugeot XD2 con caratteristiche simili all’originale o il Fiat da 2 litri a benzina che erogava 112 cv e denominato con molta enfasi UAZ Racing.
Da quel giorno molte cose sono cambiate, i SUV di oggi riescono a fare cose impensabili, soprattutto grazie all’elettronica, però hanno una carrozzeria delicata e non tutti sono disposti a farla rigare dai rami della boscaglia o strisciare il pianale su qualche carrareccia. È anche vero che a causa di comportamenti sconsiderati da parte di qualche «incosciente» o altro aggettivo che inizia con la «i», ma anche per merito degli ambientalisti, le norme sulla possibilità di accedere su tracciati non asfaltati o sulle nostre montagne sono oggi molto restrittive. Se poi qualcuno vuol fare ancora del sano e divertente fuoristrada deve andare in Paesi dove le restrizioni non sono ancora troppo presenti, almeno fintanto che quegli «i» non costringeranno le autorità a chiudere anche là.
Per praticare oggi questo hobby con un vero fuoristrada e senza spendere un capitale, la scelta non è molto ampia; per il momento c’è ancora la Land Rover Defender o l’icona Jeep Wrangler, ma se si vuole spendere meno è ancora disponibile la UAZ Hunter. Per la gioia dei tanti estimatori di questo modello e per i neofiti del fuoristrada, è in vendita nella Repubblica Ceca a meno di 15.000 euro (http://www.madeinrussia.cz/en/hunter-amc-163/).
L’estetica è praticamente uguale al modello che veniva prodotto 40 anni fa, ma grazie alla glasnost introdotta dal nuovo corso storico nella ex Unione Sovietica, la nuova UAZ è molto diversa dal modello originale, soprattutto per quanto riguarda la meccanica.
Anche la linea di produzione non è più la stessa, ora viene prodotta nel più moderno stabilimento ZMA (Zavod Malolitrajnykh Avtomobileï) nella città di Naberezhnye Chelny inaugurato alla fine del 1987, dove vengono prodotti anche altri modelli UAZ.
Le motorizzazioni attuali sono più moderne pur senza elettronica e privilegiano l’affidabilità alle prestazioni, Diesel o benzina a 4 cilindri con pochi cavalli, almeno se paragonati alle potenze a cui siamo abituati oggi. Non essendoci l’elettronica a gestire i motori, le emissioni di CO2 si fermano all’Euro4. Ma che importa, non è un veicolo da usare tutti i giorni in città, tanto meno nei centri storici, è in pratica un 4×4 vintage prodotto ancora oggi.
Il Diesel è un turbodiesel da 2.200 cc e 115 cv a 3.300 giri con una coppia di 270 Nm a 1.800 giri, il benzina ha 16 valvole, 2.690 cc e 143 cv a 4.000 giri, ambedue con cambio manuale a 5 rapporti di origine Hyundai Dymos più riduttore.
Come tradizione la nuova UAZ ha i ponti rigidi con molle e ammortizzatori avanti e balestre dietro, freni a disco anteriori e logicamente trazione integrale inseribile, con i mozzi anteriori a ruota libera.
L’«Hunter» è veicolo spartano, essenziale, ma robusto, pesa 2.500 kg a pieno carico, prodotto sia in versione telonata che chiusa e può ospitare 5 passeggeri. È disponibile in soli 4 colori: – Nero metallizzato, Verde Metalizzato, Verde scuro metallizzato e Bianco -, ma può regalare grande divertimento, come ci si divertiva una volta, con poco.
[ Paolo Pauletta ]