Ricordiamo Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Paolo Franzese e Giuseppe Palminteri che la scorsa estate hanno perso la vita nei cieli del Piceno
Aprendo questa nuova finestra del nostro osservatorio sul mondo dell’aviazione e dell’aeronautica non possiamo non rendere un doveroso omaggio a tutti coloro che hanno servito e servono in guerra ed in pace nell’Aeronautica Militare, a coloro che «fanno» l’aeronautica ogni giorno con passione, professionalità e sacrificio, e soprattutto a coloro che sono caduti nell’adempimento del dovere.
L’A.M. con la sua storia, la sua organizzazione di uomini e mezzi, contribuisce fortemente a tenere alto, è il caso di dirlo, il livello di eccellenza professionale e tecnologica delle FF.AA. italiane caricando in positivo il complesso vitale e dinamico di istituzioni, organizzazioni ed eventi che fissano l’identità del nostro Paese e la sua riconoscibilità internazionale.
Un’eccellenza che si radica in un secolo di storia ricco di uomini e imprese straordinarie. Basti ricordare Francesco Baracca, Ferrarin, i «sorci verdi», e poi Italo Balbo e le trasvolate oceaniche in cui la passione e il coraggio prevalevano di gran lunga sulle tecnologie. I nomi e le imprese di Agello, De Bernardi, Ruffo di Calabria, la Coppa Schneider sono altri capitoli del libro dell’Arma azzurra su cui certamente non si è finito di scrivere e si scriveranno ancora pagine esaltanti come quelle appena citate.
Ma tutte le imprese o, più «semplicemente», l’adempimento del proprio dovere comportano abnegazione e sacrifico ed è proprio questo, attraverso il dolore ancora vivo per la perdita di Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Paolo Franzese e Giuseppe Palminteri, che vogliamo ricordare.
Questi aviatori sono caduti l’estate scorsa nei cieli del Piceno durante un’esercitazione con i loro Panavia Tornado ed è a loro che va il nostro ricordo ed il nostro commosso saluto al quale siamo certi si uniscono tutti coloro che amano l’«arma azzurra» e si esaltano al brivido patriottico ed emozionante delle Frecce tricolori, nella cui scia bianca rossa e verde riconosciamo uno dei simboli irresistibili del sentirsi italiani.
Camillo Tondi