I possessori della prestazionale full electric Tesla «S» possono ricaricare le batterie anche in soli venti minuti. L’espansione commerciale del marchio passa attraverso le infrastrutture di ricarica
L’area di servizio «Dorno» si trova lungo la A7 Milano-Genova, e precisamente fra Milano a Serravalle. Questa importante autostrada di pianura fu completata nel 1960, ma già il 26 luglio del 1958 era stata aperta al traffico la sezione da Serravalle fino a Tortona. Fu proprio questa la prima autostrada italiana della «seconda generazione»: ovvero con carreggiate separate, svincoli sfalsati, e nessun attraversamento a raso. Ma torniamo all’area di servizio «Dorno»: è una delle 12 aree italiane «a ponte», quelle che scavalcano le corsie dell’autostrada per intenderci. È stata inaugurata cinquant’anni fa: esattamente, l’11 maggio del 1964. Più o meno, com’è avvenuto con tutte le altre, costruite fra il 1959 e il 1971, in corrispondenza degli albori delle nuove infrastrutture e dell’avvicinarsi degli italiani al nuovo approccio al viaggio, hanno un ché di caratteristico, di inconfondibile. Richiamano un’epoca ormai lontana, quando l’utenza era in gran parte costituita da traffico leggero, e gli impianti «a ponte» avevano lo scopo prevalente di concentrarsi in una sola costruzione, a servizio di entrambe le direzioni e sottolineare, con la loro presenza significativa, simbolica e decisamente tangibile, l’esistenza di un punto di ristoro e di rifornimento.
L’impianto di ricarica A7 Milano-Genova
Questa lunga premessa sottolinea l’importanza dell’avvenimento celebrato proprio nell’area di «Dorno». Dove la Tesla, l’Azienda automobilistica statunitense di Palo Alto nota per le sue vetture elettriche ad alte prestazioni, ha aperto ufficialmente la prima stazione di Supercharger in Italia.
Il nuovo impianto consente ai proprietari della lussuosa berlina «Modello S» di viaggiare gratuitamente, al 100 per cento in elettrico, attraverso i più importanti itinerari in Svizzera, Francia e Germania, e, adesso, anche a sud di Milano.
L’auto elettrica non è più qualcosa che appariva nei film di fantascienza di un tempo, come a evocare un futuro lontano, immaginario, speciale. L’auto elettrica è ormai una presenza consolidata nelle nostre strade, ma la si vede soprattutto in città e poco in autostrada. Perché l’unico problema non ancora risolto è quello della continuità dei rifornimenti, vista l’ancora scarsa autonomia dei veicoli, compresa mediamente – per gran parte dei modelli disponibili – fra i 120 e i 250 chilometri con un «pieno» di corrente. Perché garantire continuità ai rifornimenti significa lavorare sulle infrastrutture per la ricarica: che devono essere accessibili, sempre operative, e garantire tempi ragionevoli, compatibili con le esigenze della mobilità moderna.
Lo scorso anno, il portale giornalistico a carattere giornaliero «PROTECTAweb» raccontò le vicissitudini di chi, malauguratamente, si fosse trovato a Roma d’estate, con un’auto elettrica, ma senza o quasi la possibilità di ricaricarla per servirsene (http://protectaweb.it/mobilita-trasporti/mobilita-sostenibile/985-auto-elettrica-disavventura-in-citta): ci piace pensare che l’iniziativa di Tesla – eloquente e concreta dimostrazione dell’iniziativa privata – possa indirizzare le cose su ben altre prospettive.
Con la progressiva estensione della rete Supercharger, in altre aree del sistema autostradale italiano ed europeo, Tesla potrà così mantenere la sua promessa ai proprietari del «Modello S»: viaggiare quasi ovunque in Europa, entro la fine dell’anno, utilizzando solo Superchargers, e limitando al massimo la sosta necessaria.
La strategia del costruttore americano è quindi quella di procedere all’installazione delle infrastrutture, di pari passo alla promozione delle auto: le prime 6 stazioni di Supercharger sono state installate nel settembre 2012 da Tesla, in California; meno di un anno dopo, fu la volta della prima rete di stazioni europee, a partire dalla Norvegia (paese estremamente ricettivo sulle nuove tecnologie della mobilità). Ad oggi ci sono 63 stazioni di Supercharger in tutta Europa. Nel solo mese di giugno, la rete Supercharger ha raggiunto una pietra miliare, offrendo più di 1 GWh di energia ai veicoli «S» nell’arco di quel mese; un valore di energia simile, è equivalente a un totale di 3.700mila miglia percorsi da veicoli con motori convenzionali, e 168.000 litri di carburante risparmiato.
Ma come funziona il Supercharger di Tesla? È una tecnologia di ricarica decisamente più potente di qualsiasi altro sistema oggi disponibile sul mercato. Grazie a dei cavi speciali, l’alimentazione è fornita direttamente alla batteria della «S»: i Supercharger sono in grado di fornire il 50% della carica necessaria, in circa venti minuti. “Tesla è molto interessata a fornire viaggi gratuiti a lunga distanza per i proprietari di Model S”, ha dichiarato il Country Manager Italia di Tesla, Jochen Rudat: “L’Italia è un mercato interessante per Tesla, e quella di «Dorno» è la prima stazione collocata in una posizione ideale per introdurre la nostra rete di Supercharger ai proprietari italiani del Modello S”.
Il principio con cui sono collocate le stazioni di Supercharger già esistenti, e con cui saranno posizionate quelle future, è quello di ubicarle strategicamente lungo le autostrade più frequentate, allestendo le postazioni vicino a servizi come bar, centri commerciali e ristoranti: il tutto, per consentire ai proprietari della «S» di guidare da una stazione all’altra effettuando il minor numero di fermate. L’autonomia dichiarata della Tesla «S», per le versioni dotate di dispositivo di compatibilità con il Supercharger, è di 502 chilometri: una collocazione ben studiata dei punti di ricarica può pertanto favorire l’uso dell’auto anche sugli itinerari più consueti della rete (come la tratta Roma-Milano).
Tesla «S»
Il modello «S» cui ci riferiamo è stato lanciato nel 2012 e, dall’anno scorso, commercializzato in Europa. Imponente ma elegante berlina a tre volumi e cinque porte (è lunga 497 cm e pesa 2,1 tonnellate), è disponibile in tre versioni con potenza da 225 kW a 310 kW (da 306 a 421 cavalli), e una versione intermedia da 270 kW (367 cv) e velocità comprese tra 190 e 210 km/h.
Il dispositivo «Supercharger» è di serie nelle due varianti di maggiore potenza, e a richiesta in quella minore. La versione di punta «Performance» raggiunge i 100 km/h in 4,4 secondi, e ha un valore di coppia di 600 Nm. Prezzi da 69.000 a 92.500 euro, garanzia quadriennale (o fino a 80mila km) inclusa.
Alessandro Ferri