Un magnifico castello, paesaggi dal sapore antico e panorami mozzafiato. Per inaugurare la rubrica itinerari abbiamo scelto un luogo facilmente raggiungibile ma decisamente suggestivo…
Perfetta per la classica gita fuori porta nei dintorni di Roma, Rocca Calascio è una tra le fortificazioni più alte d’Italia (1.460 metri sul livello del mare) ma, ancor più della posizione e dell’altezza, ciò che lascerà stupiti i suoi visitatori sarà l’atmosfera medievale che ancora oggi la permea e la circonda. In più, ci troviamo sugli altopiani de L’Aquila, immersi nel territorio protetto del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Ma prima di proseguire nella lettura vi consigliamo di collegarvi con:
Un po’ di storia
Un luogo, che oltre ad offrire scenari aspri ma suggestivi e di incomparabile bellezza, si presta sin dall’antichità – e ancora oggi – alla coltivazione di un ottimo zafferano che qui cresce di qualità pregiatissima e viene preparato e raccolto esclusivamente a mano proprio nel mese di novembre; ma la fortuna di quanti popolavano queste terre oltre che sulla spezia si è basata in passato sulla transumanza. Andando infatti indietro nel tempo, attorno al XV secolo la Rocca (le cui origini daterebbero l’anno mille nonostante il primo documento storico che la cita dati 1380) crebbe d’importanza strategica ed economica in quanto, per la sua posizione, le era stato affidato il controllo delle greggi coinvolte nella transumanza da e per Foggia
Attorno al 1580 la famiglia Medici, per poter meglio sfruttare il commercio della lana, acquistò la proprietà da Antonio Todeschini Piccolomini che a sua volta ne era entrato in possesso – per concessione di Re Ferdinando – da Leonello Acclozamora della baronia di Carapelle che l’avevano fortificata facendo erigere una cerchia muraria esterna con quattro torri e, sviluppando a quota inferiore, un piccolo borgo anch’esso fortificato. Nei primi anni del 1700 l’area più alta del borgo venne abbandonata a seguito di un violento terremoto (la storia purtroppo si ripete…) e gran parte della popolazione si trasferì nel vicino paese di Calascio.
La Rocca Calascio degli ultimi anni
Dopo quasi due secoli di abbandono, la Rocca tornò pian piano a vivere anche grazie al fatto che venne scelta per ambientarvi alcune scene di film di successo quali “Lady Hawke”, “Il nome della rosa”, “Il viaggio della sposa” ed il più di recente “The American”, con George Clooney.
Questo rinnovato interesse ha portato, tra il 1986 ed il 1989, al restauro ed al consolidamento del Castello, oggi una delle principali attrazioni turistiche della zona, ed al recupero di alcune abitazioni sia ad uso privato che ricettivo. Ulteriore spinta sulla via della popolarità è stata data dal suo inserimento, nel luglio scorso, da parte dell’autorevolissimo National Geographic, nell’elenco dei 15 castelli più belli al mondo.
L’itinerario
Giungendo da Roma e percorrendo l’autostrada A-24, in circa 2 ore sarà possibile coprire i 157 km che ci porteranno all’uscita Aquila-Est; da lì seguiremo le indicazioni per Sulmona e successivamente per Barisciano, dove inizia la salita verso la montagna.
Curva dopo curva, apparirà Santo Stefano di Sessanio (da non perdere una visita alla chiesa della Madonna del Lago, paese dichiarato dal FAI uno dei borghi più belli d’Italia purtroppo privato della sua torre durante il terribile terremoto del 2010; ancora qualche chilometro ed ecco finalmente apparire, imponente, la rocca…
Già lungo la strada, osservandolo da lontano, si nota come il castello sia stato costruito in una posizione difensiva decisamente favorevole e, nonostante ciò, sia perfettamente armonizzato con l’aspro territorio circostante; proprio questa armonia e questa contestualizzazione potrebbero aver indotto National Geographic – che nella fotografia ha il suo principale punto di forza – a scegliere Rocca Calascio fra tanti altri borghi fortificati in Italia e nel mondo.
Nelle vicinanze della Rocca, sul sentiero che porta a Santo Stefano di Sessanio, si trova la chiesetta quattrocentesca di Santa Maria della Pietà che, oggi meta di fedeli e turisti, è in realtà un tempietto sorto nel luogo dove, secondo una leggenda, la popolazione locale – al termine di una sanguinosa battaglia – ebbe la meglio su una banda di briganti.
La strada che porta verso il castello attraversa il borgo di Calascio che è suddiviso in due parti ben distinte, una originaria adiacente al castello e una più a valle di costruzione più recente e ovviamente meno attrattiva della prima.
Del paese sottostante la Rocca rimangono poche case molte delle quali ancora oggi diroccate.
Nel paesino è stato ricavato, a parte le abitazioni ricuperate alle quali si è fatto più su cenno, un ristorante specializzato in piatti abruzzesi, dove vale la pena fermarsi.
In conclusione
Rocca di Calascio è davvero un’esperienza da non perdere, specialmente in queste giornate di inizio autunno, quando il freddo, le nuvole e un primo accenno di neve contribuiranno ad aumentarne l’aura di fascino misterioso.
Informazioni utili
La visita al castello è gratuita; per informarsi circa gli orari autunnali ed invernali, si può controllare il sito http://www.roccacalascio.info/ ma a nostro avviso è meglio rivolgersi direttamente al Rifugio della Rocca (www.rifugiodellarocca.it) oppure al Sextantio Albergo Diffuso (www.sextantio.it/santo-stefano) che offrono anche ospitalità per mangiare e dormire; il primo è anche molto attivo nell’organizzazione di visite e gite.
Prodotti tipici
Lo zafferano, che qui cresce di qualità pregiatissima e viene preparato e raccolto esclusivamente a mano proprio nel mese di novembre.
L’amaro di genziana, una radice raccolta in quota da cui si ottiene un liquore dal caratteristico sapore amaro, fortemente digestiva (provare per credere).
Le lenticchie S. Stefano di Sessanio, appartenenti ad una qualità rara e antica che viene coltivata soltanto nei terreni aridi di alta montagna tra i 1.200 e i 1.450 metri.
Lorenzo Gentile